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Ddl Zan, ultime notizie sul disegno di legge

Affossato Ddl Zan, migliaia in piazza a Roma. Luxuria: “Questa è omofobia di Palazzo Madama”

Migliaia di persone sono scesa in piazza per il Ddl Zan, affossato dal voto in Senato, con 154 parlamentari che hanno votato contro la legge sull’omofobia. Alla manifestazione anche Vladimir Luxuria, che ha rivolto parole durissime al Senato: “Ci sono gli squadristi fuori che si sporcano le mani, ma ci sono anche quelli che si sporcano la coscienza, e che sono complici”.
A cura di Natascia Grbic
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"Il Senato ha dato dimostrazione di non voler neanche discutere gli articoli. Si potevano emendare se volevano, sono complici degli omofobi, questa è omofobia di Palazzo Madama. Ci sono gli squadristi fuori che si sporcano le mani, ma ci sono anche quelli che si sporcano la coscienza, e che sono complici". A parlare, piena di rabbia, è l'attivista per i diritti Lgbtq+ e politica Vladimir Luxuria, durante la manifestazione organizzata a Roma in seguito all'affossamento del Ddl Zan da parte del Senato. 154 i voti favorevoli alla tagliola, con il successivo e fuori luogo scroscio di applausi da parte dei senatori del centrodestra. Subito le piazze in Italia si sono riempite di migliaia di persone, scese a gridare in strada che è una vergogna non sia stata fatta passare una legge contro i crimini d'odio. E ieri, nella Gay Street romana, era tanta la rabbia e l'indignazione che si respirava in quello che è stato definito un atto non degno di un paese civile.

"Io sono stato picchiato da un omofobo, una persona che in metro ha attraversato i binari per aggredire me e il mio ragazzo per un semplice bacio", ha raccontato a Fanpage.it Jean Pierre Moreno, protagonista dell'aggressione nella metro avvenuta a Valle Aurelia a marzo". Mi aspettavo dalla politica che ci fosse una rivendicazione dei diritti per tutta la civiltà, invece adesso l'Italia è un paese meno libero. Per me è stata una coltellata, uno schiaffo in faccia, mi sento doppiamente aggredito e questa volta dai massimi rappresentanti della cittadinanza". Per Rosario Coco, segretario di Gaynet, "le istituzioni e la classe dirigente non sono all'altezza di questo paese". "Cosa raccontiamo alle mamme che si sono viste ritornare a casa i figli con i lividi addosso e che adesso si sentono meno protette e tutelate, e si chiedono ‘lo Stato dov'è? Lo Stato dov'è?'".

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