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Adescano ragazzi gay in una chat Lgbt+ e li rapinano: arrestati tre 20enni

Tre ventenni sono stati arrestati e finiti ai domiciliari con l’accusa di rapina ed estorsione. Adescavano ragazzi gay in chat Lgbt+ e li derubavano.
A cura di Alessia Rabbai
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Hanno adescato, rapinato ed estorto denaro ad almeno undici ragazzi gay, servendosi di una chat d'incontri dedicata alla comunità Lgbt+. I carabinieri hanno fermato e messo ai domiciliari tre ventenni originari di Perugia, ritenuti presunti autori dei reati di rapina ed estorsione. I fatti sono venuti alla luce tra febbraio e marzo scorzo, quando il servizio Gay Help Line, numero verde 800 713 713 di Gay Center contro l’omobistransfobia, attivo con il supporto di UNAR – Ministero delle Pari Opportunità, Regione Lazio, Comune di Roma e Chiesa Valdese, ha raccolto le segnalazioni di otto ragazzi gay. Tutti hanno raccontato denunciato minacce e insulti. I tre fermati hanno ammesso le loro responsabilità durante l'udienza che si è celebrata davanti al giudice delle indagini preliminari  del Tribunale di Perugia.

Le vittime ricevevano botte, insulti e minacce

Il modus operandi degli aggressori era sempre lo stesso: le vittime venivano adescate tramite un profilo falso creato ad hoc, gli incontri si verificavano di notte, venivano fatte salire su una macchina e portate in luoghi isolati. Una volta raggiunto un posto in cui nessuno avrebbe potuto aiutarle, i complici comparivano dal sedile posteriore e dal bagagliaio, picchiandole e derubandole, per poi darsi alla fuga. Durante l'aggressione la vittima veniva insultata con frasi omofobe come: "Hai visto cosa succede a fare il fro***!", "Sei un fro*** di me***". Inoltre venivano minacciate che avrebbero rivelato il loro orientamento sessuale o di diffondere le loro foto intime precedentemente scambiate in chat.

Racconti dai quali sono partite le indagini dei carabinieri della Compagnia di Castel Gandolfo coordinati dalla Procura della Repubblica di Velletri. Secondo quanto ricostruito i tre presunti responsabili, contattavano gli uomini attraverso un’applicazione social di incontri, per poi rapinarli. In alcuni episodi li costringevano a prelevare denaro dagli sportelli bancomat o a consegnargli oggetti di valore. I militari sono riusciti a risalire ai presunti autori grazie ad alcuni testimoni e l’analisi delle registrazioni riprese dalle telecamere videosorveglianza.

L'appello a denunciare di Gay Help Line

Sulla vicenda è intervenuta Gay Help Line: "Abbiamo subito offerto supporto legale e psicologico alle persone coinvolte, sostenendo tanto chi ha denunciato quanto chi non ha ancora trovato il coraggio di farlo – ha commentato la coordinatrice Alessandra Rossi – L’azione violenta verso l’orientamento sessuale infatti, crea nelle vittime un forte trauma e una condizione di paura che scoraggia e ostacola la denuncia, determinando una sottostima (under-reporting) degli atti d’odio omotransfobico commessi nel nostro Paese". "Riteniamo che le vittime accertate siano inferiori a quelle effettive – ha spiegato l'avvocato Alessandro Cataldi – Faccio quindi appello a tutti coloro che non hanno ancora denunciato: chiedete sostegno anche attraverso il servizio della Gay Help Line 800 713 713, vi accompagneremo nel percorso verso la denuncia".

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