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Negata la residenza a 70 famiglie di Spin Time: occupanti accampati in piazza con le tende

Settanta famiglie che abitano a Spin Time non riescono a ottenere la residenza nonostante la direttiva firmata dal sindaco Roberto Gualtieri che permette la deroga all’art.5 del Decreto Lupi.
A cura di Natascia Grbic
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Da ieri decine di persone si sono accampate davanti la sede del I Municipio per chiedere che venga data la residenza a 70 famiglie di Spin Time, l'occupazione di via Santa Croce in Gerusalemme. Da un anno, denunciano gli attivisti del percorso ‘Bella Lotta', è stata fatta richiesta di iscrizione anagrafica, alla quale non è stata ancora data una risposta. "Nonostante la volontà della giunta Capitolina e del sindaco di riconoscere l’iscrizione anagrafica per chi vive negli immobili occupati, ci sono funzionari tecnici che boicottano questa misura ‘umanitaria'", dichiarano gli attivisti.

Si riferiscono alla direttiva firmata dal sindaco Roberto Gualtieri e presentata dal Partito democratico che autorizza la deroga all'articolo 5 del decreto Lupi sul divieto di residenza e allacciamento ai pubblici servizi per i soggetti ‘meritevoli di tutela'. Con l'articolo 5 del Decreto Lupi, è stato vietato alle persone che vivono nelle occupazioni di registrare la propria residenza. Via Modesta Valenti, che permetteva l'iscrizione ai servizi anagrafici per le persone senza fissa dimora, non è sempre utilizzabile. E questo ha portato migliaia di persone a Roma a non poter accedere a determinati servizi. La direttiva a firma Pd voleva superare quest'impasse, ma non sempre viene applicata. Come nel caso delle settanta famiglie residenti a Spin Time, che non riescono ad accedere all'iscrizione anagrafica.

“Dopo 24 ore di presidio, una giornata in cui abbiamo messo i nostri corpi nello spazio che separa i nostri diritti fondamentali e la loro tutela, le istituzioni che da 15 mesi non danno risposte a 70 famiglie che vivono nell’invisibilità ci hanno visti. Questo primo risultato è importante e ci dice che la lotta paga, ma continueremo a rimanere finché non otterremo le residenze", hanno dichiarato gli attivisti al secondo giorno di accampata.

"Qual’è il motivo per cui siamo ancora qui ad aspettare? Perché hanno chiuso nel cassetto queste residenze lasciando madri che non potevano iscrivere i figli a scuola non avendo la carta d’identità – continuano -. Ma come, ci chiedete di essere cittadini di serie A con l’identità digitale, e queste persone senza residenza non possono neanche votare. Il nostro obbiettivo lo otteniamo rimando qua, e quindi non ce ne andiamo, e l’assemblea delle 18.00, dopo l’incontro con il prefetto, deciderà come procederà la mobilitazione. Nessuno si può interporre tra un cittadino e il suo diritto a una residenza”.

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