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Lucia Chiarelli dimessa dall’ospedale e morta: aperte le indagini, la salma verrà riesumata

La Procura di Cassino ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo sulla morte di Lucia Chiarelli, la 68enne arrivata all’ospedale di Formia con dolore a braccio e petto e rimandata a casa. La salma verrà riesumata per l’autopsia.
A cura di Alessia Rabbai
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Sulla morte di Lucia Chiarelli la Procura di Cassino ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. Non ci sono ancora nomi iscritti nel registro degli indagati, i carabinieri hanno già acquisito la cartella clinica e sulla salma della sessantottenne verrà svolta l'autopsia. Di oggi l'avviso per la riesumazione della salma, che è già stata sepolta. L'incarico verrà conferito domani pomeriggio a Francesco Nardoni e alle operazioni peritali con data ancora da fissare parteciperà anche il medico legale Augusto Canali, consulente tecnico di parte. I risultati degli esami autoptici serviranno  a chiarire le cause che hanno provocato il decesso e saranno di aiuto agli investigatori per capire se la morte di Lucia sia imputabile a imperizia o negligenza del personale sanitario di turno all'ospedale Dono Svizzero di Formia.

Si sospetta sia stato un infarto

Le indagini sono partite dopo l'esposto dei famigliari, assistiti da Studio3A, ad aprire il procedimento penale al momento contro ignoti la pubblico ministero Marina Marra. Ciò che temono i famigliari è che il suo caso sia stato gestito con superficialità e troppa fretta e che non abbia ricevuto cure sanitarie adeguate, le quali avrebbero potuto salvarla. Rispetto alle cause che hanno provocato il decesso della donna, sulle quali farà luce l'autopsia, al momento si ipotizza che si sia trattato di un infarto. Sulla vicenda la Regione Lazio lo scorso 25 luglio ha disposto un un audit clinico, per verificare se i protocolli clinici siano stati rispettati.

Lucia dimessa con dolore a braccio e petto è morta

Lucia Chiarelli, originaria di Formia, è morta nella mattinata di lunedì 11 luglio scorso. La vicenda che riguarda la sua scomparsa si è consumata nel giro di tre ore. Accompagnata dal marito alle 8 ha raggiunto il pronto soccorso, perché aveva forti dolori al petto irradiati al braccio sinistro, sospettando appunto che si trattasse di un infarto. Risultata positiva al Covid dopo il tampone d'ingresso, è stata dimessa in un’ora e mezza con la diagnosi di "dolore toracico in paziente Covid positivo" e con la prescrizione le hanno prescritto la terapia farmacologia in caso di contagio con Fluimucil e Toradol e le hanno imposto l’isolamento fiduciario domiciliare. Tornata a casa, dopo nemmeno due ore è stata colta da un malore ed è morta alle 11.30. Inutile l'intervento dei sanitari arrivati in ambulanza dopo la telefonata del marito, hanno provato a rianimarla ma non c'è stato nulla da fare.

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