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Rivolte, scontri, morti. Cosa sta succedendo in Venezuela?

Studenti in piazza quotidianamente contro il governo di Maduro (che non ha il carisma né le capacità di Hugo Chavez). Il presidente accusa: «Manovra degli Usa per metterci in ginocchio». Ma nel Paese manca tutto: dal pane alla carta igienica. E negli scontri già si contano le prime vittime.
A cura di Redazione
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Il Venezuela è da giorni al centro di manifestazioni studentesche sfociate in durissimi scontri con le forze dell'ordine. Proprio poche ore fa un ragazzo di 17 anni è stato colpito da un camion e ucciso durante una manifestazione a Carupano, facendo salire il bilancio delle vittime negli scontri antigovernativi in atto nel paese che hanno registrato soltanto nella scorsa settimana altre 3 vittime a Caracas. Cosa sta succedendo? Gli studenti e l'opposizione parlamentare hanno deciso di manifestare contro il governo del presidente Nicolas Maduro, successore dell'amatissimo Hugo Chavez, morto quasi un anno or sono. Di Chavez tuttavia, Maduro non ha ereditato il carisma né la capacità di tenere in piedi una economia già drammaticamente precaria nonostante le ricchezze naturali del Venezuela, produttore di una quantità di greggio superiore a quella dell'Arabia Saudita (2,5-3,5 milioni di barili al giorno) ma nonostante ciò costretto ad importare quasi tutto ciò che è indispensabile.

L'impennata del tasso d'inflazione e la cronica mancanza dei beni di prima necessità come pane, latte, uova, carta igienica, perfino il caffé sta generando cortei ogni volta definiti come "tentativi di colpo di stato" da parte del governo di Caracas, che accusa gli Stati Uniti di fomentare la rivolta. Se è vero che gran parte della classe operaia venezuelana non si è ancora apertamente schierata con la piazza perché dalla parte del governo chavista, è altrettanto vero che potrebbe farlo a breve, perdurando lo stato di crisi nazionale. Nel mirino del presidente Maduro ci sono i leader dell'opposizione protagonisti delle manifestazioni, personaggi politici messi letteralmente fuori legge. Emblematico è il caso di Leopoldo Lopez, ricercato poiché ritenuto dal governo responsabile degli scontri di mercoledì scorso davanti alla Procura durante i quali sono morte tre persone (due manifestanti e un dirigente chavista). Lopez si consegnerà pubblicamente alle forze di polizia oggi ed è prevista una manifestazione. Ci sarà anche una "contromanifestazione" organizzata col consenso delle forze governative dal sindacato dei lavoratori del petrolio.

Nella vicenda venezuelana c'è anche una questione italiana: riguarda Giuseppe Di Fabio, politico venezuelano di origine abruzzese arrestato in questi giorni a Caracas. Un appello è stato rivolto da più forze politiche al ministro degli Esteri Emma Bonino affinché "pur nella riservatezza diplomatica utile in simili casi, si abbiamo notizie di Giuseppe Di Fabio e si possa al più presto procedere alla sua liberazione".

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