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Rimini, neonato non smette di piangere. I genitori lo scuotono e sviene: “Emorragia interna”

Due ventenni di Rimini avrebbero scosso con violenza il figlio di 2 mesi fino a farlo svenire. Trasferito in ospedale, sono stati diagnosticati al piccolo un trauma all’encefalo e un’emorragia, compatibili con una sindrome da scuotimento. Accusati di maltrattamenti, è in corso il processo a loro carico, mentre la vittima, assegnata ad una nuova famiglia, sta meglio.
A cura di Ida Artiaco
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A soli 2 mesi di vita non smetteva di piangere, così l'avrebbero scosso a tal punto da fargli perdere i sensi. Sono accusati di maltrattamenti nei confronti del figlio neonato due giovani genitori di Rimini, poco più che ventenni, contro i quali è in corso un processo. Proprio nella giornata di ieri, giovedì 18 aprile, sono stati ascoltati in udienza i primi testimoni dell'accusa, secondo la quale la mamma e il papà del piccolo nel 2014 sono finiti sotto indagine dopo che avevano portato il bambino in ospedale privo di sensi. All'epoca i medici avevano diagnosticato al bebè una sindrome da scuotimento come possibile causa dei traumi cerebrali che avevano riscontrato sul bimbo.

I genitori lo avrebbero scocco con tanta violenza per farlo smettere di piangere da fargli perdere conoscenza. Arrivato in ospedale in braccio al papà, riminese di 24 anni, non dava segni di vita. "Mio figlio non sta bene – aveva detto – dopo avere pianto a lungo si è ammutolito all’improvviso", come riporta Il Resto del Carlino. Non rispondendo ad alcuno stimolo, i sanitari hanno sottoposto il piccolo ad una serie di accertamenti riscontrando un trauma all'encefalo e un'emorragia in atto, compatibili con una sindrome da scuotimento. Da qui il dubbio che quanto raccontato dal genitore non corrispondesse alla verità. Così è partita la segnalazione alla Polizia che ha dato il via alle indagini, che tuttavia non sono durate molto. Il giovane ha infatti confessato poco dopo di aver scosso il figlio con violenza perché piangeva in continuazione e la loro vita era diventata un'inferno. Aveva cercato di addossarsi tutta la responsabilità, lasciando fuori la moglie. Ma le ricerche delle forze dell'ordine non si sono fermate lì e gli inquirenti hanno concluso che anche da parte della ragazza c’era stata scarsa attenzione nei confronti del figlioletto.

Il piccolo, vittima dei maltrattamenti dei genitori, ora sta bene, anche se ha avuto a lungo un problema all'occhio e all'udito, ed è stato assegnato ad una nuova famiglia. Per lui era stato nominato un curatore speciale, l’avvocato Valentina Broccoli, che nel processo, in cui sono accusati i genitori biologici, rappresenta la parte civile. Ieri il procedimento è entrato nel vivo con la testimonianza degli investigatori, di due medici e dell’assistente sociale.

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