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Ricette mediche illeggibili, Ministero avverte medici: “Stampatello e stop alle sigle”

Con un avviso rivolto a tutti i professionisti del settore medico, il Ministero della Salute ha lanciato alcune linee guida per la prevenzione degli errori in terapia conseguenti all’uso di abbreviazioni acronimi e sigle ma anche conseguenti alla brutta grafia che spesso può rendere difficile la comprensione di una prescrizione.
A cura di Antonio Palma
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Spesso decifrare la scrittura dei medici è compito assai arduo per i pazienti e a volte anche per i loro colleghi e farmacisti tanto che negli anni non sono mancati casi di cure completamente sbagliate per via di interpretazioni errate. Un problema annoso a cui ora vuole mettere un argine lo stesso Ministero della Salute italiano che ha deciso di pubblicare alcune linee guida rivolte ai dottori consigliando segni grafici più comprensibili proprio  per prevenire sbagli nella terapia. Un documento rivolto a medici, farmacisti e strutture sanitarie in modo da adottare un linguaggio comune comprensibile a tutti. Come prima cosa il Ministero avverte che abbreviazioni, acronimi, sigle e simboli non standardizzati andrebbero evitati completamente così come scritture indecifrabili  nel caso di ricette a mano e non al computer e indicazioni date velocemente per telefono.

"L’uso di abbreviazioni, acronimi, sigle e simboli, sebbene sia una prassi consolidata durante le fasi di gestione del farmaco in ospedale e sul territorio, può indurre in errore e causare danni ai pazienti" si legge infatti nella Raccomandazione ricordando che il 4,7% dei 643.151 errori riferiti, tra il 2004 e il 2006, da 682 strutture sanitarie statunitensi erano riconducibili proprio all’utilizzo di abbreviazioni. Nel caso il medico debba prescrivere terapie senza computer, inoltre,  si raccomanda di utilizzare solo i caratteri in stampatello. "Studi hanno evidenziato che la maggior parte degli errori in terapia si verificano durante la prescrizione e riguardano il confondimento tra farmaci con nomi o pronuncia simili oppure tra unità di misura e dosaggi" avvertono ancora dal Ministero, aggiungendo: "Una brutta grafia può rendere difficile la comprensione di una prescrizione e causare errori nella dispensazione e nella somministrazione di una terapia farmacologica".

Le indicazioni inoltre invitano anche a scrivere il nome del principio attivo per esteso, evitando sia le formule chimiche sia gli acronimi; a lasciare uno spazio tra nome e il dosaggio; ad usare i numeri arabi e non quelli romani; a specificare chiaramente la posologia evitando indicazioni generiche come "un cucchiaino" o "un misurino; a lasciare uno spazio tra il dosaggio e l’unità di misura. Er il Ministero dovrebbero essere abolite anche le abbreviazioni in latino o inglese mentre si dovrebbe creare  un sistema comune di sigle con apposita legenda che aiutino, qualora si utilizzi ad esempio un acronimo, ad evidenziarne il significato.

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