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Renzi, tre anni per le riforme. “Togliamo il Paese ai soliti noti”

Il premier intervistato da “Tempi”, difende il provvedimento sugli 80 euro, “grande operazione di redistribuzione della ricchezza”. Elogia le parole di Draghi sulle riforme e manda una frecciata all’UE.
A cura di Biagio Chiariello
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 "Io vedo l'Italia che ci sarà tra dieci anni e sono certo che torneremo ad essere la guida in Europa". Matteo Renzi, in un’intervista al settimanale Tempi, parla di quanto fatto dal suo governo fino a oggi e enuncia quello che vorrebbe fare in futuro. Togliere “il paese dalle mani dei soliti noti, quelli che vanno in tutti i salotti buoni a concludere gli affari di un capitalismo di relazione ormai trito e ritrito. Questa è la rivoluzione culturale che serve all’Italia: spalancare le finestre e fare entrare aria nuova” afferma il premier al settimanale vicino a Comunione e liberazione diretto da Luigi Amicone.

Sugli 80 euro

Renzi si sofferma sui "Millegiorni" che "sono proprio la traduzione concreta di questo progetto per l'Italia". "Sono i tre anni di cui l'Italia ha bisogno per una strategia globale che la renda tanto semplice quanto solida". Qui parla di ciò che è stato fatto. A partire dagli 80 euro. “Vedo che ancora c’è chi ritiene che gli 80 euro mensili e per sempre a 11 milioni di persone non siano utili. Così come chi dice che tagliare l’Irap del 10% alle imprese è troppo poco. Il solito vizio italiano. Certo”, ammette Renzi, “si può sempre fare di più, ma noi siamo i primi ad aver fatto il più imponente taglio strutturale delle tasse e la più grande operazione di redistribuzione della ricchezza da decenni e che sarà confermata anche nei prossimi anni. E spero allargata”.

Obiettivo del 3 per cento

Tema economico. “Noi manteniamo l’obiettivo del 3 per cento. E ciò accadrà anche se altri fossero costretti ad allontanarvisi. Tutto il resto mi pare forzato e prematuro. Quando poi sento parlare di aiuto esterno mi scappa da ridere. L’Italia – aggiunge Renzi – dà all’Europa più soldi di quelli che l’Europa dà all’Italia”. Lo Sblocca Italia ha poi aggiunto il premier, mobilitando circa 43 miliardi di risorse, si occuperà anche “di efficienza energetica, reti digitali e semplificazioni burocratiche”.

Riforma della scuola

Altro tema da affrontare è la riforma della scuola. “Sulla scuola stiamo lavorando, e seriamente, con il ministro Giannini e con la sua squadra. E il 29 agosto presenteremo una riforma complessiva che, a differenza di altre occasioni, intende andare in direzione dei ragazzi, delle famiglie e del personale docente che è la negletta spina dorsale del nostro sistema educativo”. L’istruzione non è un problema, ribadisce Renzi, ma “un asset strategico del nostro Paese, che va valorizzato e messo in sicurezza. In ogni caso – aggiunge Renzi – la sfida educativa è la mia priorità. Tra dieci anni l’Italia non sarà come l’avranno fatta i funzionari degli uffici studi delle banche o i politici di Montecitorio; l’Italia sarà come l’avranno fatta le maestre, i maestri, gli insegnanti”.

Renzi: bene Draghi, ora flessibilità

In un’altra intervista a Rtv 38 Renzi ha commentato le parole di Draghi: “Le parole di Draghi sono di buonsenso: chi fa le riforme e cambia le cose che bisogna cambiare, e l'Italia ne ha tanto bisogno, ha il dovere di mettere in campo tutti gli strumenti di flessibilità che ci sono". Il presidente del Consiglio sposa così il pensiero del governatore della Bce e avverte l'Unione europea: "Noi rispetteremo la regola del 3% ma diciamo che l'Ue non può essere soltanto tagli, vincoli e spread".

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