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Renzi: “Con wrestling di Salvini e Di Maio Italia viene cacciata dai Paesi guida dell’Ue”

Matteo Renzi nella sua enews denuncia l’isolamento dell’Italia a livello internazionale: “Qui in Italia stiamo dietro alle acrobazie verbali di Salvini e Di Maio (ogni giorno una litigata per poi fare un compromesso sul niente: non è politica, è wrestling pre-elettorale), ma fuori da qui c’è chi fa politica”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"Qui in Italia stiamo dietro alle acrobazie verbali di Salvini e Di Maio (ogni giorno una litigata per poi fare un compromesso sul niente: non è politica, è wrestling pre-elettorale), ma fuori da qui c'è chi fa politica". A dirlo è Matteo Renzi nella sua enews. L'ex premier e segretario del Partito Democratico ricorda alcuni avvenimenti recenti della politica europea, dalla proposta di Tony Blair di rifare il referendum sulla Brexit mettendo ai voti la proposta May, alla proposta franco tedesca sul budget dell'Eurozona: "Macron e Merkel – scrive – fanno passi avanti sul futuro dell'Europa mentre Salvini e Di Maio scelgono di stare con Le Pen e Farage, con i populisti e i nazionalisti: l'Italia è per la prima volta fuori dal gruppo di testa dell'ideale europeo. Il problema non sarà il deficit del 2019 ma il fatto che l'Italia rischia di essere cacciata dal gruppo dei paesi guida dell'Europa". 

A proposito del Congresso del Pd ha detto: "Ho chiarito la mia posizione sulla sconfitta del Pd – scrive – in un discorso del luglio 2018. Ho sottolineato allora i nostri errori ma ho anche detto – e ribadisco – che sono fiero e orgoglioso del lavoro di questi anni. Chi vuole abiurare, vergognarsi, tornare indietro faccia pure. Io non mi vergogno del lavoro sull'economia, sui diritti, sul rinnovamento, sull'Europa, sul sociale, sulla cultura".

"Non ho mai voluto organizzare una corrente e non lo farò adesso – aggiunge – Opportunamente Marco Minniti ha sottolineato come la sua storia sia una storia di autorevolezza e indipendenza. Bene! Mi sembra che adesso si possa fare il congresso sulle idee, non su di me". Renzi rivendica l'azione di opposizione in Senato: "Io ho rinunciato a correre per la segreteria del Pd ma non ho rinunciato a combattere contro la cialtronaggine fatta Governo. Per questo ogni giorno lavoriamo in Senato e lavoriamo tra la gente sui comitati d'azione civile Ritorno al Futuro".

Quindi attacca il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli sul dl Genova, approvato in Senato tra le polemiche per l'esultanza del ministro pentastellato, considerata smodata: "L'atteggiamento di arroganza del ministro Toninelli è stato semplicemente squallido: si è comportato come allo stadio mentre discutevamo di una strage con 43 morti. E così – aggiunge Renzi – la maggioranza ha approvato il condono per Ischia: i Cinque Stelle sono riusciti nell'impresa di cancellare dal proprio vocabolario con un colpo solo la parola ambiente e la parola legalità. Grazie a Toninelli i grillini hanno davvero preso due piccioni con una fava". 

Renzi riprende anche il caso Consip, e so scaglia contro il direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio, pretendendo scuse: "Per la seconda volta in meno di un mese, il direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, è stato condannato in un procedimento contro mio padre: questa volta per 50.000 euro. Sulle condanne insomma Travaglio 2 – Renzi senior 0. Quanto fango ci hanno gettato addosso, quanto fango!". L'ex presidente del Consiglio sottolinea poi che al contrario del M5S, lui non attacca la stampa.

Va fatta la battaglia giudiziaria – prosegue Renzi – E la faremo (ci sono ancora una decina di procedimenti aperti). Ma va fatta anche una battaglia culturale. E la battaglia culturale deve essere fatta ovunque. Mi ha molto colpito, ad esempio, un fatto: la frase che ha portato Travaglio alla condanna è stata pronunciata durante una puntata di Otto e Mezzo, la trasmissione di Lilli Gruber. E proprio il giorno della condanna contro mio padre, Marco Travaglio era di nuovo ospite di Lilli Gruber a riflettere sulla deontologia del giornalista oggi. Mi sono messo davanti alla TV pensando di ascoltare delle scuse. Niente. Non hanno aperto bocca. Nessuno dei giornalisti in studio ha fatto a Travaglio la domanda sulla seconda condanna ricevuta. Eppure la notizia era fresca, su tutte le agenzie".

"Otto e Mezzo – insiste Renzi – ha dedicato ore di trasmissioni e filmati su mio padre. Io ho subito per mesi veri e propri interrogatori dalla Gruber e dai suoi ospiti su mio padre. Eppure – nel giorno della condanna di Travaglio per una frase contro mio padre detta a Otto e mezzo – nessuno ne ha parlato. Il tempo sarà anche galantuomo, ma qui la battaglia è deontologica, etica, culturale. Chi insulta i giornalisti, salvo poi farsi pagare dal Fatto Quotidiano come fa Di Battista, non appartiene al novero delle persone serie. Ma chiedere anche ai giornalisti il rispetto della verità e delle sentenze mi sembra il minimo sindacale". 

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