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Quel clochard morto, da solo, in un parcheggio. Con un peluche stretto tra le braccia

E’ morto un uomo abbracciato al suo peluche e con una siringa accanto. Era un “clochard”, sì, ma prima di tutto era un uomo.
A cura di Redazione
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Clochard, senza dimora, barbone. Ma soprattutto, e prima di tutto, un uomo. E' infatti un uomo quello che è stato ritrovato questa notte, morto in un parcheggio fra le sue coperte, abbracciato a un peluche e con una siringa accanto.

Stanotte è morto un uomo, di quelli che vivono ai margini, i cosiddetti barboni, o con un linguaggio lievemente migliore quelli che si chiamano clochard, con un'influenza quasi esotica che la parola sembra suggerire. Purtroppo di esotico in queste storie non c'è niente. Si è trattato, anche questa volta, di un uomo senza dimora, che provava a vivere, anzi a sopravvivere, con qualche offerta. Di quest'uomo, noi, non conosciamo neanche il nome, e la Polizia sta cercando di rintracciare proprio in queste ore le generalità complete. Quello che sappiamo è che l'uomo ha circa quarant'anni e sembra sicuro che venga dalla Germania.

Il clochard, l'uomo senza dimora, aveva trovato rifugio per la notte in un parcheggio ad Ancona, ed è stato trovato questa mattina dagli addetti alla pulizia del parcheggio, intorno alle 9 del mattino, all'inizio del loro turno di lavoro. Loro cercavano di pulire e lui non si muoveva. Si sono avvicinati e poi hanno chiamato i soccorsi, ma per l'uomo non c'è stato niente da fare, era già morto.

La scena, che vi raccontiamo per dovere di cronaca, è stata questa: gli adetti alla pulizia del parcheggio hanno trovato un uomo, disteso, immobile, abbracciato a un peluche. Sì, l'uomo senza dimora, morto nel parcheggio della città di Ancona, era abbracciato a un peluche e con una siringa accanto. Qualsiasi ricostruzione intorno al peluche sarebbe una speculazione emozionale, ma l'immagine è stata forte, e questa vogliamo riportarvi: un uomo morto fra le sue coperte e abbracciato al suo piccolo peluche.

Il clochard, durante una prima ipotesi investigativa, era sembrato morto per il freddo di questi giorni, e in particolare proprio per il freddo pungente nell'ultima notte. Poi il ritrovamento della siringa, la ricostruzione di un passato di tossicodipendenza dell'uomo, e perciò ora più probabile appare l'ipotesi di una morte dovuta ad overdose. Sul posto, chiamata dagli addetti alla pulizia del parcheggio, è intervenuta subito la Polizia. Il Pubblico Ministero non ha al momento disposto l'autopsia sul corpo dell'uomo, verrà fatto il punto della situazione nelle prossime ore, al momento sono al vaglio tutti i particolari della vicenda, compresa la ricerca delle precise generalità dell'uomo.

La storia di quello che viene chiamato “barbone” o “clochard”, come se l'indicazione di come viveva potesse sostituire il nome di un uomo, è purtroppo una storia comune. Ogni inverno il bollettino dei morti, morti di freddo, o morti di stenti o morti per concause fra cui la droga, droghe pesanti e micidiali come l'eroina, cresce. Quest'uomo tedesco non è il primo morto di quest'anno. Il numero dei senza dimora, coloro che non hanno la casa, è sempre troppo alto. La mancanza di un lavoro, spesso seguita dalla perdita di un alloggio, le scarse condizioni igieniche forzate, il clima rigido dell'inverno a cui molto spesso, a un certo punto, si somma l'uso e l'abuso di alcool o droghe pesanti. Sono storie di cui non vorremmo mai scrivere, perché non vorremmo accadessero. Storie su cui, quando però accadono, è bene soffermarsi, perché non sono “le storie di qualche morto”. Sono le storie di persone come noi, giornalisti, operai, proprietari di aziende, che un giorno si ritrovano per strada, e poi, a quel punto, la deriva a un'esistenza felice rischia di diventare l'unica possibilità a cui si è destinati.

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