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Quattro cose che potrebbero succedere dopo il flop sulla legge elettorale

L’accordo sulla legge elettorale sancito da Pd, M5S, Forza Italia e Lega Nord sembra essere definitivamente sfumato a meno di colpi di scena improvvisi. Che cosa accadrà ora al Paese? Si andrà al voto anticipato con il Consultellum o si aspetterà la scadenza naturale della legislatura? Le ipotesi sul tavolo sono quattro, ma la maggioranza di governo sembra appesa ormai a un filo.
A cura di Charlotte Matteini
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L'accordo tra i quattro maggiori partiti in Parlamento – Pd, Lega Nord, Movimento 5 Stelle e Forza Italia – sembra essere definitivamente saltato. Dopo la bagarre scatenatasi in Aula dopo l'approvazione dell'emendamento Biancofiore, che ha mandato sotto la maggioranza di governo a causa di alcuni franchi tiratori sparsi in vari gruppi parlamentari, sono molteplici gli scenari possibili che si delineano. Che cosa succederà al Paese ora? Le ipotesi al vaglio sono essenzialmente 4, gli scenari però andranno a delinearsi maggiormente solo prossimamente, nel week-end, oppure verso l'inizio della prossima settimana. L'accordo tra le maggiori forze politiche presenti in Parlamento nasceva essenzialmente nella speranza di trovare un'ampia maggioranza trasversale che permettesse di approvare la legge elettorale nel più breve tempo possibile.

Indiscrezioni mai confermate pienamente sostenevano che alla base dell'accordo sul sistema tedesco ci fosse una precisa condizione: una volta approvata la nuova legge elettorale, sarebbe stato necessario sciogliere le camere e andare a elezioni anticipate, tra fine settembre e fine ottobre. Contrari al voto anticipato i parlamentari di Alternativa Popolare di Angelino Alfano, in maggioranza di governo per oltre 4 anni e ora piuttosto scettici dopo essere stati accantonati e non coinvolti nell'accordo sulla legge elettorale, e le sinistre.

In questo scenario, dunque, per il governo si delinea una situazione tutt'altro che tranquilla e molto ingarbugliata e di difficile risoluzione. Per quanto riguarda la legge elettorale, su richiesta del capogruppo del Pd alla Camera, l'Aula ha votato a favore del rinvio del testo in commissione Affari Costituzionali. Il testo, dunque, verrà nuovamente discusso ed emendato e non è improbabile che venga presentato un maxi-emendamento per cambiarne totalmente la natura.

Prima ipotesi: nuova intesa Pd – M5s

La prima delle ipotesi è pace fatta tra M5S e PD: in commissione il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle potrebbero trovare un nuovo accordo e dunque procedere con l'approvazione del sistema tedesco. A pesare sarà sicuramente la votazione sul blog indetta proprio ieri da Beppe Grillo, che con un post ha richiesto nuovamente il parere degli iscritti sulla legge elettorale proporzionale. Se dalla votazione dovesse risultare un accordo della base del M5S, è probabile che questo accordo possa rimaterializzarsi.

Seconda ipotesi: voto nel 2018 con Consultellum

La seconda ipotesi è l'accantonamento del voto anticipato. Non si andrà più quindi a elezioni anticipate in autunno, ma si aspetterà la scadenza naturale della legislatura, per poi andare a votare con la legge elettorale modificata dalla Consulta, dunque con il vecchio Italicum corretto per il Senato, in mancanza di una forte maggioranza capace di approvare una nuova legge elettorale.

Terza ipotesi: accordo Pd – Forza Italia

La terza ipotesi è un accordo trasversale tra il Partito Democratico e Forza Italia, una sorta di riedizione del Patto del Nazareno, utile a produrre una legge elettorale di stampo proporzionale per andare al voto: "L'incidente di oggi in aula, su un emendamento non condiviso dal quale Forza Italia ha preso immediatamente le distanze, non è una buona ragione per accantonare uno sforzo generoso. Sta ora alle forze politiche dalle quali quell'accordo era nato, prima di tutto il PD, continuare sulla sola strada che consente elezioni rapide con una legge elettorale adeguata. Se il partito di Renzi non lo facesse, prendendo a pretesto un incidente d'aula, si assumerebbe una grave responsabilità", ha spiegato oggi Berlusconi commentando la vicenda andata in scena a Montecitorio.

Quarta ipotesi: decreto d'urgenza e voto a settembre con Consultellum

La quarta ipotesi, la più plausibile probabilmente stando alle recenti dichiarazioni del capogruppo Pd Ettore Rosato, è lo scioglimento delle Camere con conseguente voto anticipato a settembre e applicazione del cosiddetto Consultellum rivisto e corretto con decreto d'urgenza. Stando alle dichiarazioni di Rosato, infatti, non esisterebbe più in parlamento alcuna maggioranza di governo, non solo per quanto riguarda la legge elettorale, ma anche per quanto riguarda l'ordinaria amministrazione: "Se non si riesce a fare una legge elettorale partendo da un testo passato con l'80% dei voti in commissione, il problema non è la soglia di sbarramento o il Trentino Alto Adige, ma è molto più grande. Mi chiedo come una maggioranza di governo ora possa stare insieme con Mdp che vota il 40% delle volte contro il governo e Ap con cui il rapporto non è idilliaco. Penso allo Ius soli ma anche alla legge di bilancio".

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