Prescrizione, dalla Camera ok ad allungamento dei termini (ma la maggioranza si spacca)

Via libera dall’Aula della Camera dei deputati alle modifiche al codice penale in materia di prescrizione del reato: le norme riscritte dal Governo ed approvate in Commissione Giustizia sono state approvate con 274 sì, 26 no e 121 astenuti.
Con le modifiche approvate si cancella sostanzialmente la legge ex Cirielli (relativa al secondo comma dell’articolo 161 che determinava gran parte delle prescrizioni) e si aumentano i tempi di prescrizione per un gran numero di fattispecie di reato. Come vi raccontavamo, nello specifico la prescrizione sarà addirittura sospesa nel caso in cui siano richieste rogatorie all’estero (fino a 6 mesi), perizie o istanze di ricusazione; stop alla prescrizione per due anni, invece, dopo la condanna in primo grado (ed un anno nel caso di condanna in appello). Infine, per i reati di corruzione propria e impropria, il processo dovrà concludersi entro 12 anni (e non più 8 come stabilito precedentemente dalla legge Severino).
Il dibattito alla Camera è stato molto complesso (la Presidenza ha cangurato anche un centinaio di emendamenti, tra le proteste dell'opposizione), con il ministro Orlando che è intervenuto per tentare di sedare i malumori interni alla maggioranza, respingendo “l’accusa di aumentare in modo irragionevole e senza un disegno di insieme i tempi di prescrizione e quindi di conseguenza i tempi del processo” e garantendo che al Senato si ragionerà su “norme per garantire la ragionevole durata dei processi”. Un intervento che ha solo abbassato il livello dello scontro con il Nuovo Centro Destra, dopo la bocciatura di un emendamento soppressivo dell’articolo 1 del testo, firmato da tutta la componente Area Popolare. Dopo aver minacciato di votare contro, i centristi hanno poi deciso di “astenersi” in attesa delle modifiche che saranno apportate dal Senato.