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Porto di Gioia Tauro, annunciati altri 500 licenziamenti: “Bomba sociale”, tensione altissima

Dopo il licenziamento collettivo che ha visto coinvolti 377 lavoratori, infatti, ora la società che gestisce lo scalo portuale ha annunciato di aver calcolato altri 500 esuberi facendo scattare l’allarme dei lavoratori ma anche di tutta la comunità locale. Un licenziamento collettivo di questa portata risulterebbe una bomba sociale per l’intera area reggina.
A cura di Antonio Palma
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Sono giorni di tensione, ansia e trepidazione a Gioia Tauro e in tutta l'area della piana calabrese per le sorti lavorative dei dipendenti del porto reggino sui quali pende la spada di Damocle del licenziamento. A meno di 2 anni dal precedente licenziamento collettivo che ha visto coinvolti 377 lavoratori, infatti, ora la società che gestisce lo scalo portuale ha annunciato di aver calcolato altri 500 esuberi facendo scattare l'allarme dei lavoratori ma anche di tutta la comunità locale. Il licenziamento di altri 500 addetti infatti significa mettere letteralmente in ginocchio l'intera area dove la disoccupazione la fa da padrone: una vera e propria bomba sociale denunciata da tutti gli amministratori locali e dai sindacati che ora chiedono al governo di intervenire.

Dopo l'annuncio della compagnia MCT(società controllata da Contship Italia e Msc) , i lavoratori da tempo sono sul piede di guerra con scioperi e blocco del porto. Per tutti loro il lisciamento equivale a una pugnala alle spalle dopo ani di sacrifici con cassa integrazione e stipendi ridotti nell'aspettativa di un piano di rilancio che, complice anche la politica locale, non è mai avvenuto. "I prospettati licenziamenti non riguardano solo gli operai del Porto di Gioia Tauro, poiché colpiscono tutta l’economia della Calabria… 500 licenziamenti significa 500 famiglie senza stipendio; significa una inevitabile ricadere su tutte le attività economiche del territorio, ma questo MCT lo sa bene e non bisogna, per questo, permettergli che lo usi come arma di ricatto per ottenere tutto quello che vuole!" denunciano i sindacati.

Del resto da anni il porto di Gioia Tauro sta facendo i conti con un crollo verticale dei container movimentati, una situazione di crisi accelerata dalla mancanza di infrastrutture che possano collegare lo scalo al'interno come una rete ferroviaria adatta, un progetto annunciato e iniziato ma mai finito. L'ultima speranza appare ora un intervento governativo con un rilancio della Zes, la Zona economica speciale, anche questa annunciata e mai partita effettivamente. Per questo c'è grande attesa per l'incontro in programma  oggi a Roma tra il Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Danilo Toninelli, Mct ed Msc. in occasione dell'appuntamento, i rappresentanti dei lavoratori di tutta la Piana di gioia Tauro hanno deciso di unirsi agli operai del porto in un sit in di  protesta.

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