Zingaretti: “Referendum? Giusto essere ottimisti. Se c’è speranza di cambiare le cose la gente va a votare”

Dopo il voto amministrativo che ha riportato Genova al centrosinistra con la vittoria di Silvia Salis, Nicola Zingaretti, capo delegazione del Partito Democratico al Parlamento europeo, ne ha parlato con Fanpage.it tracciando un bilancio politico che va oltre il risultato dei singoli comuni: "Io sono felice di quel risultato", ha detto "perché è il segnale che uniti si può vincere, mentre divisi si perde di sicuro. Purtroppo nella nostra storia recente c'è stato troppo egoismo nel non ammettere che la prima missione della politica è trovare un compromesso". Per Zingaretti, il successo del centrosinistra in alcune città non è poi un'eccezione, ma la dimostrazione di un metodo che può funzionare anche su scala nazionale, a patto che si superino le divisioni strutturali e si lavori su un progetto credibile, condiviso e radicato nei bisogni reali delle persone.
Il messaggio delle amministrative: "C'è speranza se c'è una proposta credibile"
Il voto nei comuni, secondo Zingaretti, è stato anche un segnale politico più profondo: "Quando c'è una forte candidatura e una credibile alleanza, si riaccende la speranza", ha detto, "e la speranza convince le persone a uscire di casa e andare a votare". Da Genova a Taranto, da Ravenna a Matera, il messaggio che arriva è chiaro: il centrosinistra può essere competitivo se riesce a trasmettere fiducia, concretezza e visione. Anche l'affluenza, rimasta stabile a livello nazionale ma in crescita in alcune città simbolo, per Zingaretti va letta in questa chiave: "Le persone tornano a votare quando c'è una speranza credibile. La democrazia senza speranza non esiste".
"Referendum e partecipazione: così si cambia davvero il Paese"
Zingaretti ha parlato anche del prossimo appuntamento referendario, dell'8 e del 9 giugno, auspicando un'ampia partecipazione: "Non dimentichiamoci mai che l'Italia è una Repubblica fondata su un referendum. È già accaduto che con il voto popolare si siano cambiate le cose. Pensiamo alla forza delle donne, alle battaglie sul divorzio e sull’aborto. I referendum sono un modo per riaccendere la speranza, per rispondere alla solitudine e alla paura di milioni di persone".
Il centrosinistra e la sfida a Meloni: "Ora il campo largo va costruito sui contenuti"
Alla domanda su un possibile "effetto boomerang" per il governo Meloni dopo queste elezioni, Zingaretti risponde con cautela ma determinazione: "Nel 2022 le opposizioni avevano più voti, ma erano divise. Oggi il centrodestra è unito solo nel gestire il potere, ma diviso su tutto il resto. Il centrosinistra, invece, ha fatto passi avanti verso una convergenza, ma deve ancora costruire una vera cultura politica comune". Secondo Zingaretti non serve più parlare solo di ‘modelli' o formule elettorali, ma di un progetto condiviso su priorità concrete. "Gli elettori questo lo capiscono. Non basta un'alleanza tra partiti, serve una visione unitaria su ciò che serve al Paese".
Costituzione e diritti: "La vera sfida è attuarla, non riscriverla"
Sul piano programmatico, Zingaretti indica con chiarezza da dove partire, dalla Costituzione: "C'è una grande distanza tra gli articoli della Costituzione e la vita reale delle persone", ha detto, "ma invece di riscriverla, come propone la destra, noi dobbiamo finalmente attuarla. Questo significa lavorare per garantire diritti fondamentali come la salute, un salario dignitoso, l'istruzione". Un progetto politico nuovo, per Zingaretti, deve essere costruito dunque proprio su questo: dare gambe a quei principi che da troppo tempo restano lettera morta: "È lì che si costruisce l'alternativa credibile alla destra: tornando a rendere reale la promessa della nostra Repubblica".