Voto di scambio con i clan, a Modugno (Bari) arrestato un assessore: è candidato alle regionali con FI

Nicola Bonasia, sindaco di Modugno (36mila abitanti, in provincia di Bari) è indagato in un'inchiesta che riguarda un voto di scambio mafioso alle ultime elezioni comunali, tenutesi nel 2020. Bonasia non è stato colpito da misure personali, mentre sei provvedimenti cautelari sono partiti nei confronti di altre persone: tra loro l'assessore Antonio Lopez, 30 anni, che è accusato di aver acquistato voti dal clan Parisi di Bari. Lopez, esponente della Dc, è candidato alle regionali pugliesi del 23 e 24 novembre con Forza Italia a sostegno di Luigi Lobuono.
È stata la Guardia di finanza di Bari a intervenire, questa mattina, con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia. Tra le accuse verso le persone messe in custodia cautelare ci sono, a vario titolo, scambio elettorale politico mafioso, estorsione e detenzione e porto illegale di armi comuni da sparo. Come detto, il sindaco Bonasia è tra gli indagati ma non sono state stabilite misure cautelari nei suoi confronti.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Lopez – che nel 2020 era candidato come consigliere comunale a Modugno – avrebbe comprato voti dal clan Parisi di Bari. In cambio avrebbe offerto denaro – il prezzo andava anche sotto i 50 euro a voto – ma anche la disponibilità a soddisfare le richieste dei mafiosi. In più, avrebbe "fatto da tramite" quando si andò al ballottaggio, per portare voti a Bonasia. In quell'occasione Lopez avrebbe promesso di far assumere un affiliato del clan. La promessa sarebbe poi stata mantenuta.
Lopez è un imprenditore nel settore termoidraulico, oggi assessore alle Attività produttive di Modugno. Nel 2020 era candidato con la lista "Modugno per le imprese e il commercio", e ottenne 195 preferenze. È il commissario provinciale della Democrazia cristiana per Bari, ma è candidato anche alle prossime elezioni regionali: il suo nome appare nella lista di Forza Italia.
Le indagini che riguardano Lopez e altre cinque persone si sono anche allargate fino a toccare un altro appuntamento con il voto: quello delle elezioni europee del 2024. In occasione del voto comunitario, si sarebbe svolto un vero e proprio "summit" nell'abitazione di una delle figure apicali del clan Parisi, per trovare un accordo. L'obiettivo sarebbe stato nuovamente quello di cercare voti per un candidato, in cambio di soldi al clan.
In questo caso, il candidato in questione è risultato del tutto estraneo ai fatti secondo la ricostruzione degli inquirenti. Ma l'episodio, sempre secondo il pm, confermerebbe che Lopez aveva mantenuti dei contatti con il clan.
Le altre accuse vanno al di fuori della politica. Infatti un imprenditore del foggiano, insieme ad altri due uomini, è accusato di detenzione e porto illegale di armi comuni da sparo: avrebbe chiesto ai Parisi di recuperare dei crediti da altri imprenditori agricoli. I tre avrebbero portato armi in luogo pubblico. Il gruppo mafioso avrebbe poi ottenuto la metà dei soldi riscattati.