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Via al Consiglio europeo: di cosa parleranno oggi i leader Ue, tra riforma del Mes e Recovery Fund

Oggi Giuseppe Conte è a Bruxelles per il Consiglio europeo. Un vertice, quello dei leader Ue che tra le altre cose dovrà anche fare il punto sulla riforma del Mes e sul Recovery Fund, le cui risorse sono di fatto bloccate dopo il veto di Ungheria e Polonia al prossimo bilancio comunitario. Si discuterà quindi di due questioni che negli ultimi giorni sono state al centro di un acceso dibattito politico nel nostro Paese, ma non solo. Si parlerà anche di coronavirus, di vaccini, di sicurezza e di clima.
A cura di Annalisa Girardi
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Inizia oggi il Consiglio europeo che è stato al centro di un acceso dibattito politico negli ultimi giorni specialmente per la questione della riforma del Mes. Che però non sarà l'unico tema di cui parleranno i leader europei tra oggi e domani. Sul tavolo ci sono diversi punti: oltre alla questione economica, tra fondo Salva Stati e Recovery Fund, si parlerà anche della risposta europea al coronavirus, in particolare per quanto riguarda il piano dei vaccini e una graduale revoca delle misure restrittive negli Stati membri, del cambiamento climatico, di sicurezza e di relazioni estere, soprattutto sul fronte Turchia e Stati Uniti. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, parte per Bruxelles dopo giorni di tensioni, per nulla risolte, sia in Parlamento che all'interno della maggioranza: saranno quindi giorni decisivi, oltre che per la gestione europea della crisi pandemica, anche per gli equilibri di governo.

La risposta europea alla Covid e il piano vaccini

Come detto, nell'agenda dei leader Ue non ci sarà solamente la questione della riforma del Mes o del Recovery Fund. Oggi a Bruxelles si parlerà anche del piano vaccini, di sicurezza, di clima e di politica estera. "La pandemia non è finita. Ma ora possiamo iniziare i preparativi per la distribuzione dei vaccini. Dobbiamo sostenere gli sforzi europei e coordinarci sui test e sulla cancellazione delle restrizioni, anche per quanto riguarda i viaggi, quando la situazione epidemiologica lo consente", ha scritto il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, nella sua lettera di convocazione dei capi di Stato e di governo, definendo quindi il primo tema sul tavolo dei leader Ue. Quello della risposta europea alla pandemia: risposta che ora si deve concentrare nella distribuzione del vaccino. Ad oggi l'Unione ha firmato sei contratti per l'acquisto di diversi vaccini, una volta che questi si saranno dimostrati sicuri ed efficaci. Si tratta di quelli forniti dalle case farmaceutiche di AstraZeneca, Sanofi-GSK, Johnson & Johnson, BioNTech-Pfizer, CureVac e Moderna. Al momento l'Ema, l'Agenzia europea per il farmaco, ha comunicato che sia BioNTech-Pfizer che Moderna hanno presentato il proprio vaccino avanzando richiesta di autorizzazione. La quale dovrebbe arrivare rispettivamente entro il 29 dicembre e il 12 gennaio 2021.

Rispetto all'emergenza Covid si parlerà anche della strategia di test. Su questo punto la Commissione europea ha già emesso una raccomandazione sull'utilizzo dei test antigenici rapidi e al loro utilizzo più ampio possibile. Per quanto riguarda invece le misure di contenimento del virus, i leader discuteranno della necessità di non abbassare la guardia e mantenere una linea di prudenza per tutto il periodo invernale e anche a 2021 inoltrato. Di pari passo con la distribuzione dei vaccini, la Commissione fornirà poi delle specifiche linee guida per una revoca graduale e coordinata delle norme anti-contagio. Finché il vaccino non sarà disponibile, l'Ue chiede a tutti gli Stati membri di continuare a implementare misure anti-contagio.

Tutte le misure sul tavolo dei leader Ue

Come detto, non si parlerà solo di Covid. Un secondo punto nell'agenda dei leader Ue sarà infatti la lotta al cambiamento climatico. Si parlerà degli obiettivi per il 2030 in tema di transizione ecologica. Nella lettera di invito il presidente Michel ha definito "alla nostra portata" l'obiettivo di ridurre le emissioni almeno del 55% in dieci anni, ma il raggiungimento di un accordo ancora non è scontato. Quindi si passerà all'agenda internazionale, di cui le due questioni principali saranno le relazioni con gli Stati Uniti e con la Turchia. "Dopo le elezioni, le nostre relazioni con gli Stati Uniti entreranno in una nuova fase e dovremmo porre le basi per una partnership forte e paritaria", ha scritto sempre Michel, confermando che si tratterà anche della posizione turca. A Bruxelles i capi di Stato e di governo discuteranno anche di sicurezza. Il presidente del Consiglio europeo ha precisato: "Gli attacchi terroristici delle scorse settimane non hanno fatto altro che rafforzare la nostra intenzione di lavorare insieme contro il terrorismo, la radicalizzazione e l'estremismo violento".

I nodi del Mes e del Recovery Fund

Alla fine del vertice, si aggiungeranno al tavolo del Consiglio europeo anche la presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, e quello dell'Eurogruppo, Paschal Donohoe, per discutere di alcune questioni economiche. Cioè della riforma del Mes e del Recovery Fund. Su quest'ultimo punto, su cui pesa il veto di Polonia e Ungheria al Quadro finanziario pluriennale 2021-2027, Michel ha detto di essere sicuro "del fatto che riusciremo a trovare un accordo su un pacchetto comune per consentire la rapida attuazione sia del Qfp che del Recovery Fund". I negoziati, però, al momento restano in salita. Ungheria e Polonia hanno posto il veto al prossimo bilancio dell'Ue perché non vogliono che queste risorse siano vincolate allo stato di diritto. Dal momento che il Next Generation Eu è legato al prossimo bilancio dell'Unione, se la situazione non si sblocca i sussidi e prestiti per il rilancio dell'economia europea post-Covid rischiano di tardare.

Infine, il vertice sarà anche l'occasione per i leader Ue di confermare il proprio endorsement alla riforma del Mes dopo l'ultimo accordo raggiunto in materia dall'Eurogruppo. Proprio su questo punto si era concentrato il dibattito italiano nelle ultime settimane: nonostante le polemiche, alla fine Giuseppe Conte ha ricevuto il via libera dal Parlamentodopo aver spiegato prima alla Camera e poi al Senato perché il governo intende sostenere la riforma. E dopo aver precisato

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