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Vaccino, Giorgetti: “Serve produzione italiana, dobbiamo essere autosufficienti per i prossimi anni”

Il ministro dello Sviluppo economico Giorgetti ha detto che il nostro Paese punta all’autosufficienza nella produzione dei vaccini: “È una valutazione di carattere strategico non solo connessa con l’attuale emergenza. L’obiettivo è rendere l’Italia nel quadro europeo autosufficiente rispetto a fatti, eventi e situazioni che riteniamo possano riprodursi inevitabilmente nei prossimi anni”.
A cura di Annalisa Cangemi
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La Lega al governo spinge per la creazione di un polo vaccinale nazionale, non solo per affrontare un evento straordinario come la pandemia, ma soprattutto per rendere il Paese preparato per gestire nuove emergenze nei prossimi anni. "È un momento storico per il Paese in cui tutte le risorse sono messe a dura prova da una tragedia epocale quale pandemia. La Nazione deve trovare le forze per reagire con le sue potenzialità umane e professionali disponibili. L'intero sistema sanitario deve essere ripensato anche in chiave industriale", ha detto nell'Aula di Montecitorio il titolare del Mise Giorgetti.

"La ricerca biomedica, vera rivoluzione del ventunesimo secolo, deve sapersi commutare in nuove realtà di impresa ad altissimo valore aggiunto, creando nuove opportunità di lavoro. La produzione di vaccini anti Covid in Italia è uno dei punti più dibattuti. Lo scorso 25 febbraio ho incontrato al Mise i vertici di Farmindustria e Aifa, l'ho rifatto anche questa mattina, al fine di individuare le aziende e le tecnologie disponibili per avviare un programma industriale nazionale diretto ad aumentare la produzione di vaccini anche attraverso un impegno diretto dell'industria farmaceutica in Italia. In tale ottica si sta procedendo a individuare le aziende che dal punto di vista infrastrutturale e tecnologico in un ristretto arco temporale siano in grado di produrre vaccini, anche sulla base di accordi con le multinazionali detentrici dei brevetti", ha detto il ministro rispondendo durante il question time alla Camera.

"A questo proposito domattina avrò un incontro con il commissario europeo Breton per discutere la disponibilità al trasferimento tecnologico dei brevetti".

Una produzione italiana "può essere realizzata attraverso la riconversione degli impianti esistenti. Si sta valutando la possibilità di utilizzare contratti di sviluppo quali strumento idoneo per finanziare la ricerca – ha aggiunto – e per la realizzazione di un polo nazionale pubblico-privato per la produzione dei vaccini, che garantisca l'Italia non solo nell'emergenza attuale anche per le future esigenze tanto in campo vaccinale quanto della ricerca e dello sviluppo. Vorrei precisare che la produzione di vaccini in Italia è una valutazione di carattere strategico non solo connessa con l'emergenza, perché richiederà un minimo di 6-8mesi. L'obiettivo è rendere l'Italia nel quadro europeo autosufficiente rispetto a fatti, eventi e situazioni che riteniamo possano riprodursi inevitabilmente nei prossimi anni".

Il ministro leghista mette in pratica dunque la linea indicata da segretario della Lega, e cioè quella di puntare a un "sovranismo vaccinale" per il nostro Paese, per affrontare il problema dei ritardi nella distribuzione delle dosi da parte delle aziende: "Al Mise abbiamo incontrato tutte le case farmaceutiche, se riuscissimo a portare in Italia la strumentazione per produrre i vaccini, i bioreattori, da lì a quattro mesi potremmo avere le prime dosi. Se pure arrivassero le prime fiale a giugno o luglio sarebbero buone per essere autosufficienti, perché i richiami andranno fatti ogni anno. Visto che c'è il dibattito tra europeisti e sovranisti, un po' di sovranismo vaccinale potrebbe servire", ha detto Salvini la scorsa settimana.

Durante il question time Giorgetti ha affrontato anche il tema dei ristori: "Gli uffici tecnici preposti sono al lavoro per individuare un pacchetto di normative e misure di sostegno ispirate alla equità, alla celerità, alla semplificazione e alla immediatezza. Allo scopo di quantificare gli indennizzi si farà riferimento a un arco temporale più ampio della semplice mensilità", ha spiegato.

La misure sostegno, spiega il ministro, "saranno calcolate in percentuale, correlate rispetto al calo del fatturato, fissando comunque un tetto in modo da privilegiare le piccole imprese". Inoltre "si sta valutando la praticabilità di un regime che, in deroga parziale a quello ordinario, consideri la situazione dei soggetti che registrano un'elevata incidenza dei costi fissi".

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