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Vaccini, Draghi: “Sanzioni per le case farmaceutiche se non rispettano accordi presi”

Mario Draghi replica agli interventi dei deputati alla Camera, toccando diversi temi: dalla politica estera al piano vaccinale. Il presidente del Consiglio difende la scelta europea e conferma la possibilità di ricorrere ad “altre strade”. E annuncia i tre pilastri del piano italiano: “Il rispetto degli accordi da parte delle compagnie multinazionali, le sanzioni in caso non siano rispettati, la sostituzione dei vaccini mancanti con altri”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Dopo la discussione alla Camera, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha replicato agli interventi dei deputati. Tanti i temi trattati: la politica estera del suo governo e il piano vaccinale, ma anche e soprattutto la questione delle case farmaceutiche e delle dosi di vaccino. "Questi incontri con il Parlamento hanno molti aspetti positivi, uno di questi che si vede immediatamente è che rendono la voce dell'Italia molto più forte che non se fosse qualcosa di elaborato e pensato da pochissime persone", ha iniziato Draghi, ringraziando il Parlamento.

Sul tema della politica estera, Draghi ha spiegato che la linea politica in Libia "è quella di sostenere il governo di unità nazionale con l'obiettivo di portarlo alle elezioni di dicembre, nel frattempo dobbiamo aiutare il Paese ad affrontare riforme economiche". Il presidente ha aggiunto che andrà lui stesso in Libia ad inizio aprile: "L'accordo sul cessate il fuoco deve essere rispettato". Mentre sulla Turchia ha detto che "negli ultimi anni non ha perso l'occasione di essere presente in tutti i punti dove poteva iniziare una guerra", ma oggi "assistiamo a cenni incoraggianti nei confronti della Grecia e di Cipro". Sui diritti umani "non possiamo fare passi indietro, ma non è solo la Turchia, ci sono tanti Paesi dove questi diritti non sono rispettati".

Draghi ha parlato a lungo del piano vaccinale italiano: "La scelta europea è stata giusta, è facile col senno di poi criticare le scelte fatte allora. Occorreva imparare e lo stiamo ancora facendo". Ma è evidente che "la delusione dei cittadini europei è stata grande". Ora "bisogna avere un'umiltà di giudizio e guardare al futuro: le cose vanno meglio, c'è un nuovo commissario, Breton, nominato un mese fa. Guardiamo ai segni positivi. Il coordinamento europeo va cercato, bisogna far di tutto per rinforzarlo ma se non funziona bisogna trovare altre strade. Non le metto prima dell'Europa, non c'è nessun vantaggio". L'Italia "ha mostrato che la sua azione è fondata su tre pilastri: il rispetto degli accordi da parte delle compagnie multinazionali, le sanzioni in caso non siano rispettati, la sostituzione dei vaccini mancanti con altri".

Il presidente del Consiglio ha toccato anche la questione dei lotti di vaccino AstraZeneca dello stabilimento di Anagni: "Il sabato sera ricevo una telefonata dalla presidente della Commissione Ue che mi segnala questi lotti che non tornavano nei conti e che sarebbero stati giacenti ad Anagni. Mi si suggeriva di ordinare un'ispezione, ho chiesto a Speranza di mandare i Nas, sono andati immediatamente e la mattina hanno identificato quei lotti in eccesso. A quel punto sono stati bloccati e oggi ne sono partiti due per il Belgio alla casa madre AstraZeneca, dove andranno da lì non lo so, ma la sorveglianza continua".

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