Un economista spiega perché è il momento buono per la surroga del mutuo, ora che la Bce ha congelato i tassi

La Banca centrale europea ha deciso di non tagliare i tassi d'interesse, ma mantenerli stabili. È la seconda volta, dopo la decisione di luglio, e potrebbe non essere l'ultima. La stabilizzazione arriva dopo un periodo di tagli durato circa un anno: oggi il tasso sui depositi è al 2%, quello sul rifinanziamento principale al 2,15% e quello su rifinanziamento marginale al 2,4%. Fanpage.it ha contattato l'economista Giorgio Bellettini, professore ordinario di Finanza internazionale all'Università di Bologna, che ha spiegato perché in questa situazione può essere particolarmente interessante cercare una surroga del mutuo.
Non solo: Bellettini ha spiegato che ora, dopo mesi di fortissima incertezza, ci troviamo in un quadro più "stabile", anche grazie all'accordo sui dazi con gli Stati Uniti di Donald Trump. Non basta per dire che abbiamo superato il momento più difficile, ma è un passo avanti.
Professore, che conseguenze ha per i risparmiatori la nuova decisione della Banca centrale europea di mantenere fermi i tassi?
Generalmente, le fasi di stabilità dei tassi – e possiamo dire che al momento ci troviamo in una fase di stabilità, visto che i tassi sono gli stessi ormai da qualche mese – possono essere il momento buono per valutare la cosiddetta surroga del mutuo: spostare gratuitamente il proprio mutuo da una banca a un'altra per cercare condizioni più favorevoli.
La surroga del mutuo è un'operazione che dal 2007 non costa nulla: si può decidere di portare il proprio debito, quello che resta ancora da pagare, in un'altra banca che offre dei tassi più favorevoli, che siano fissi o variabili. E la vecchia banca non può opporsi. Ci sono rischi?
Bisogna sempre valutare con grande attenzione le condizioni offerte dal nuovo istituto di credito, in tutti i dettagli. E, naturalmente, c'è sempre la possibilità di pentirsi dopo, perché magari se si fosse aspettato ancora un po' ci sarebbe stato un ulteriore calo dei tassi. Ma in generale ora ci troviamo in un periodo di minore insicurezza, in cui può essere favorevole, o almeno interessante, prendere in considerazione l'idea di una surroga. Dopo aver attraversato una fase di forti cambiamenti continui, i tassi ora sono piuttosto bassi, sono stabili e potrebbero rimanerlo ancora per un po'.
Un aspetto a cui guardano gli imprenditori, e non solo, è quanto è ‘forte' l'euro rispetto al dollaro, cioè quanti euro servono per fare un dollaro e viceversa. In questo periodo l'euro è particolarmente forte, giusto?
Sì, ed effettivamente dopo la decisione della Bce, per quanto fosse ampiamente attesa dagli addetti ai lavori, vi è stato un ulteriore rafforzamento dell'euro rispetto al dollaro. I mercati reagiscono al fatto che da noi i tassi sono stabili, e probabilmente lo potrebbero essere ancora nei prossimi mesi, mentre invece negli Stati Uniti ci si aspetta a breve un taglio dei tassi da parte della Fed (la Federal Reserve, ovvero la Banca centrale degli Usa, ndr).
Più la differenza tra i tassi si allarga, più è probabile che l'euro si rafforzi rispetto al dollaro. Comunque avere un euro ‘forte' non è uno degli obiettivi a cui lavora la Bce, per sua natura, e non credo che vorrebbero farlo anche se potessero. L'indebolimento del dollaro fa piacere a Trump, non a noi europei.
Perché?
Se il dollaro è più debole, chi commercia con gli Stati Uniti dall'Europa si ritrova con uno scambio svantaggioso.
Se prima un'azienda statunitense mi pagava mille dollari per un prodotto, io dopo averli scambiati avevo in tasca 950 euro; ora invece quei mille dollari valgono solo 850 euro. È così?
Il meccanismo è più o meno quello, sì. Di fatto con la svalutazione del dollaro gli esportatori europei perdono entrate, e questo si somma all'effetto dei dazi.
A proposito dei dazi, ora l'Ue ha raggiunto un accordo con gli Stati Uniti. Questo significa che abbiamo superato il periodo di enorme incertezza che era partito, sostanzialmente, con l'elezione di Donald Trump? Per questo la Bce ha deciso di tenere fermi i tassi?
È ancora presto per dire se quella fase sia superata. Sicuramente, rispetto alla grande incertezza che c'era anche solo prima dell'estate, e rispetto alle previsioni parecchio fosche che si facevano in quel periodo, siamo in una situazione più stabile. Dopodiché, l'accordo che l'Europa ha raggiunto non è esattamente il migliore possibile: il quadro resta complesso, le conseguenze di medio-lungo periodo sono ancora tutte da valutare. Ma poteva andare peggio, e se non altro ci ha dato un punto di riferimento fisso per il momento.