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Tiziana Pittau, la “non” senatrice del M5S che ora vuole l’indennità

L’attivista grillina Tiziana Pittau è diventata una “senatrice fantasma” in quanto è stata chiamata a sostituire Giovanna Mangili ma poi è stata costretta a lasciare perché le dimissioni della prima sono state respinte. Ma ora lei non ci sta e vuole l’indennità per i suoi mesi di lavoro al Senato.
A cura di Susanna Picone
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Tiziana Pittau è una 45enne sarda trapiantata a Varese attivista del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo. È una donna che ha sposato la causa del movimento e che, per un periodo, ha lavorato in Parlamento. Un’esperienza che però è stata brevissima e che ora l’ha trasformata in una “senatrice fantasma”, una non senatrice. Questo perché Pittau – il suo sfogo lo racconta La Stampa – era stata chiamata a sostituire Giovanna Mongili al Senato perché prima dei non eletti in Lombardia. La collega aveva deciso, infatti, di dimettersi ma poi è stata la stessa Pittau a dover lasciare Palazzo Madama in quanto le dimissioni della prima sono state respinte. Ma ora lei non ci sta e avanza le sue richieste: Tiziana Pittau, che è madre di due figlie, chiede infatti due cose. Che le venga restituita la dignità di normale cittadina ma anche “l’indennità da parlamentare e il rimborso delle spese sostenute”.

“Mi hanno lasciata indietro” – La non senatrice del Movimento 5 Stelle ha spiegato che, per la politica, ha lasciato la sua attività, un’agenzia turistica online, per impegnarsi a tempo pieno. Quando le dimissioni di Mangili sono state respinte e lei ha deciso, così, di fare la senatrice, per la 45enne sarda non c’era più un posto in Parlamento: “Sono stata estromessa dai processi decisionali, ma nessuno si è preso la briga di definire la mia situazione e la mia indennità”. La non senatrice, tornata così alla vita di tutti i giorni, ha raccontato di aver parlato direttamente con la collega per risolvere la questione dello stipendio relativo al periodo di sostituzione. “Purtroppo – ha spiegato Pittau – aveva già versato al nostro fondo tutta l’indennità dei due mesi di assenza”. Dunque dovrebbe pensarci il gruppo di senatori, ma finora non è arrivata alcuna risposta: “C’è troppa superficialità nella gestione del gruppo, tanta improvvisazione. Avevamo uno slogan: nessuno deve rimanere indietro. Ecco, io posso dirlo: mi hanno lasciata indietro”.

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