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Manovra 2026

Tfr per i nuovi assunti in manovra, cancellata norma su adesione automatica alla previdenza complementare

Dal pacchetto pensioni della manovra saltano anche le norme sul Tfr, cioè le misure relative all’estensione dell’obbligo di versamento, da parte delle imprese che hanno superato i 50 dipendenti dopo l’avvio dell’attività, al Fondo, e anche la norma che prevedeva l’adesione automatica alla previdenza complementare per i neoassunti.
A cura di Annalisa Cangemi
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Immagine di repertorio.
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Sulle pensioni la maggioranza continua a litigare, e il muro della Lega sulle norme sulla previdenza, contenute nel maxiemendamento del governo, è finito con il ritiro totale delle norme che riguardavano le penalizzazioni del riscatto della laurea e l'allungamento delle finestre mobili. In commissione Bilancio del Senato è stato depositato infatti un nuovo emendamento del governo alla manovra 2026, che esclude del tutto le norme sulle pensioni e mantiene, come annunciato in nottata, quelle relative alla rimodulazione del Pnrr e all'iperammortamento. Le misure sulla previdenza, secondo quanto si apprende, confluiranno in un Dl che dovrebbe essere esaminato in uno dei prossimi due Consigli dei ministri attesi fino a fine anno.

Oltre alla stretta sulle pensioni, stralciata nella sua interezza, dall'emendamento del governo alla manovra saltano anche le norme sul Tfr per i nuovi assunti. La misura – contenuta nella prima versione della proposta di modifica a firma dell'esecutivo – prevedeva l'adesione automatica alla previdenza complementare per i lavoratori dipendenti del settore privato di prima assunzione.

Eliminate dalla manovra anche le norme sul Tfr

La manovra interveniva anche sul fronte della previdenza integrativa, considerata un pilastro ormai irrinunciabile per permettere al sistema previdenziale di reggersi. Per i nuovi assunti nel settore privato la norma prevedeva che dal 1 luglio 2026 una quota del Tfr confluisse automaticamente nei fondi pensione. Per opporsi il lavoratore dovrebbe fare una rinuncia esplicita.

Praticamente è il ritorno del meccanismo del silenzio-assenso Parallelamente un'altra norma ampliava l’obbligo per le imprese di versare il Tfr all’Inps, estendendo il numero di aziende coinvolte. L'obiettivo del governo era chiaro: incentivare l’adesione ai fondi pensione, ritenuti ormai indispensabili, a fronte di assegni sempre più magri.

Alla fine, oltre al pacchetto pensioni, sono state cancellate dal testo governativo anche le norme sul Tfr: nel nuovo testo scompaiono sia l'estensione dell'obbligo di versamento del Tfr anche alle imprese che hanno superato i 50 dipendenti dopo l'avvio dell'attività, sia l'adesione automatica alla previdenza complementare dei lavoratori neoassunti.

Cos'è successo nella notte sulle pensioni: la lite tra Lega e governo in commissione

Dopo un lungo braccio di ferro nella notte tra la Lega che si era dichiarata indisponibile a votare la parte sulle pensioni e il governo, il maxiemendamento è stato ritirato per essere ripresentato questa mattina. La nuova versione dell'emendamento non contiene la parte relativa alle pensioni: saltano l'allungamento delle finestre mobili per chi vuole andare in pensione anticipata e le norme sul riscatto della laurea ai fini previdenziali. Restano invece le misure sull'iperammortamento e la rimodulazione del Pnrr così come la ritenuta d'acconto per le imprese che sarà dello 0,5% nel 2028 e dell'1% dal 2029 (con un anticipo quindi della misura). La commissione Bilancio è aggiornata a questa mattina per riprendere le votazioni e chiudere l'esame della manovra.

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