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Tassa da 2 euro sui piccoli pacchi extra-Ue: come cambiano le regole per le spedizioni

La tassa sui piccoli pacchi, proposta da Fratelli d’Italia con emendamento a prima firma Gelmetti e appena approvata dall’Ue, prevede un contributo di 2 euro per ciascuna spedizione di beni provenienti da Paesi extra-Ue e di valore dichiarato fino a 150 euro. L’obiettivo è coprire le spese amministrative legate agli adempimenti doganali.
A cura di Francesca Moriero
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L'Italia si appresta a introdurre un nuovo contributo per i piccoli pacchi provenienti da Paesi extra-Ue; un emendamento alla legge di bilancio, a prima firma Gelmetti di Fratelli d'Italia, propone infatti l'istituzione di una tassa di 2 euro per ciascun pacco importato da Paesi extra-Ue il cui valore dichiarato non superi i 150 euro. La misura, pensata per coprire i costi amministrativi legati agli adempimenti doganali, segna un cambiamento significativo rispetto alla situazione attuale, in cui proprio queste spedizioni erano esenti da qualsiasi dazio. Il testo dell'emendamento sottolinea che il contributo sarà applicato "nel rispetto della normativa dell'Unione europea in materia doganale e fiscale", e sarà riscosso direttamente dagli uffici doganali al momento dell'importazione definitiva delle merci.

In pratica, ogni piccolo pacco proveniente da un Paese extra-Ue, come Cina, Stati Uniti o Regno Unito, dovrà essere tassato al momento dell'ingresso in Italia, eliminando quella che finora era una sorta di agevolazione implicita per i pacchi di valore contenuto.

Cosa cambia

  • Addio all'esenzione per i pacchi sotto i 150 euro: fino ad oggi, le spedizioni di modico valore non erano soggette a dazi o contributi, rendendo conveniente acquistare prodotti da piattaforme straniere. Con l'introduzione del contributo di 2 euro per pacco, anche le spedizioni più economiche saranno tassate, modificando il comportamento dei consumatori e il costo finale degli acquisti internazionali.
  • Parità tra prodotti importati dall'Ue e extra-Ue: il provvedimento mira a eliminare il vantaggio competitivo dei marketplace esteri rispetto ai negozi o fornitori europei. In altre parole, la tassa renderà più equo il trattamento tra merci importate dall'Unione europea e quelle provenienti da Paesi terzi.
  • Tempistiche possibili: l'emendamento ha già ottenuto il via libera dell'Unione europea e potrebbe entrare in vigore già a partire dal prossimo anno, rendendo così concreta la novità per consumatori e operatori di commercio digitale.

La misura avrebbe sia un obiettivo pratico che normativo: da un lato mirerebbe a coprire i costi amministrativi delle dogane, dall'altro regolamenterebbe un settore in forte crescita, quello del commercio elettronico internazionale, caratterizzato da differenze tra operatori europei e non europei. Per i cittadini e le cittadine, sostanzialmente, il cambiamento comporterà un aumento dei costi di spedizione anche per pacchi di modico valore, mentre le piattaforme digitali e i marketplace esteri dovranno adeguare i sistemi di fatturazione e logistica per gestire il contributo.

In sostanza, con l'introduzione della tassa sui piccoli pacchi extra-Ue, l'Italia recepisce una linea di regolamentazione europea delle importazioni digitali, modificando così le dinamiche dei costi doganali e dell'e-commerce internazionale.

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