Tajani alla Camera: “È il giorno della speranza a Gaza, l’Italia pronta a contribuire a pace e ricostruzione”

Davanti alla Camera dei deputati, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha tenuto questa mattina un'informativa sulla situazione a Gaza dopo l'accordo di cessate il fuoco e la firma degli accordi a Sharm el-Sheikh. Un intervento lungo, in cui il titolare della Farnesina ha ripercorso i passaggi delle violenze sulla Striscia e illustrato il contributo che l'Italia, almeno sulla carta, intende offrire nella fase di "transizione e ricostruzione".
"È il giorno della speranza", ha detto Tajani, "il giorno in cui parlare di un futuro che non sia più affidato solo alla forza delle armi". Il ministro ha ricordato "le immagini dei bambini di Gaza usciti in strada dopo il cessate il fuoco" e "quelle delle famiglie israeliane che hanno potuto riabbracciare i propri cari", poi ha invitato alla cautela: "Non dobbiamo alimentare illusioni premature. Il cammino resta lungo".
Il cessate il fuoco e il piano americano
Secondo Tajani, la fine delle ostilità, la liberazione degli ostaggi e il ritiro graduale delle forze israeliane sono "risultati che fino a poche settimane fa sembravano impossibili". Il ministro ha attribuito il risultato alla "leadership del presidente degli Stati Uniti", Donald Trump, e al lavoro dei mediatori Egitto, Qatar e Turchia, parlando di una "svolta storica che potrebbe cambiare il volto del Medio Oriente e del Mediterraneo". Tajani ha rivendicato poi il ruolo dell'talia, che "ha mantenuto aperti i canali di dialogo sia con Israele sia con l’Autorità nazionale palestinese" e "lavorato con discrezione e concretezza per alleviare le sofferenze della popolazione civile". La partecipazione della presidente del Consiglio Giorgia Meloni alla firma degli accordi di Sharm el-Sheikh, ha aggiunto, "è la prova di un ruolo riconosciuto dai nostri partner, a cominciare dagli Stati Uniti".
Nel suo intervento, Tajani ha annunciato poi anche la nomina dell’ambasciatore Archi come inviato speciale per la ricostruzione di Gaza, incaricato di coordinare il lavoro tra istituzioni, amministrazioni, settore privato e società civil, e ha ricordato la riunione di governo dedicata alla ricostruzione che si terrà nelle prossime ore: "È fondamentale consolidare ora le condizioni perché la pace resista", ha spiegato il ministro degli Esteri, ricordando che già lo scorso anno l'Italia aveva finanziato con 5 milioni di euro la pianificazione della ricostruzione affidata all’Università di Architettura di Venezia: "Una squadra di esperti italiani è già al lavoro, e una missione tecnica sarà presto a Ramallah per coordinarsi con l’Autorità palestinese".
Aiuti umanitari italiani
Tajani ha poi elencato le iniziative umanitarie in corso: il programma Food for Gaza, coordinato dal Ministero degli Esteri, sarebbe stato ampliato: oltre cento tonnellate di aiuti alimentari sono già state raccolte grazie al contributo del settore agroalimentare italiano. "È una gara di solidarietà che rende il Paese orgoglioso", ha detto il ministro, annunciando anche un pacchetto di 60 milioni di euro destinato a sicurezza alimentare, sanità e formazione. Sul fronte sanitario, l'Italia metterà a disposizione alcune delle sue strutture d’eccellenza, il Bambin Gesù, il Gemelli, i Rizzoli e il Meyer, e rafforzerà la rete di ospedali italiani in Egitto e in Giordania. Nei mesi del conflitto, ha ricordato, le mille persone provenienti dalla Striscia sono state accolte in Italia per cure o ricongiungimenti familiari: "Proseguiremo le evacuazioni sanitarie dei bambini e i programmi universitari per gli studenti palestinesi", ha aggiunto.
Formazione e ricostruzione
Guardando alla fase successiva, Tajani ha sottolineato la necessità di "una classe dirigente palestinese forte, trasparente e preparata". In collaborazione con il ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo, la Farnesina starebbe "elaborando programmi di formazione per funzionari e diplomatici palestinesi". Il ministro ha poi anche confermato che l’Italia sarebbe pronta a contribuire a una futura forza internazionale di stabilizzazione a Gaza, come previsto dal piano di trump, sottolineando la lunga esperienza dei militari italiani nelle missioni di pace.
Il titolare della Farnesina ha definito poi la ricostruzione "non solo materiale ma anche morale", indicando nell'istruzione un elemento chiave per evitare nuove radicalizzazioni: "È necessario investire nelle scuole e nei centri di formazione, ma anche eliminare ogni forma di educazione all’odio dai programmi scolastici", ha affermato. "La pace e la sicurezza – ha aggiunto – nascono anche da qui".
Imprese italiane e cooperazione regionale
Il ministro ha poi parlato del coinvolgimento del settore privato e delle imprese italiane, in particolare quelle con esperienza nella ricostruzione post-sismica o in contesti difficili: "Le nostre aziende hanno competenze specifiche e saranno parte della ripresa della Striscia", ha spiegato, annunciando anche un incontro con il ministro degli Esteri giordano per coordinare il transito degli aiuti e i progetti comuni. Tajani ha definito poi l'accordo di Sharm el-Sheikh "un passaggio cruciale del processo di stabilizzazione del Medio Oriente", collegandolo alla "nuova stagione degli Accordi di Abramo" e alla prospettiva di un "Mediterraneo più integrato".
In chiusura, Tajani ha annunciato poi l’iniziativa italiana di una risoluzione sulla tregua olimpica all’Assemblea Generale dell’ONU, in vista dei Giochi invernali di Milano-Cortina 2026: "Un’iniziativa simbolica ma importante – ha spiegato – per riaffermare lo spirito del piano di pace e il valore universale della convivenza". Richiamando le parole del Papa, ricevuto al Quirinale ieri, Tajani ha concluso: "Non dobbiamo mai abbandonare la speranza della pace, ma lavorare con pazienza perché diventi realtà. È questo l’impegno dell’Italia anche in altri teatri di crisi, dall’Ucraina al Sudan".
Provenzano (Pd): "Netanyahu non vuole nessuna pace. L'Italia riconosca la Palestina"
Intervenendo alla Camera dopo l’informativa di Tajani, il responsabile Esteri del Partito Democratico, Peppe Provenzano, ha espresso una posizione netta su più fronti. Provenzano ha così innanzitutto invitato il governo a prendere le distanze dal premier israeliano Benjamin Netanyahu, affermando che "bisogna stare dalla parte di chi vuole davvero la pace, e Netanyahu non vuole la pace. Liberate l’Italia da questo vincolo con Netanyahu". Ha poi sottolineato l’assenza del popolo palestinese dal dibattito politico, evidenziando come il diritto all’autodeterminazione dei palestinesi non possa essere rimosso dall’agenda internazionale. "Mai come oggi – ha detto – dobbiamo impedire che la questione palestinese ricada nell’oblio, e non avverrà. Non si tratta soltanto della ricostruzione di Gaza, che non è un affare ma un dovere, bensì della realizzazione della soluzione dei due Stati, alla quale non si arriva per inerzia”. Critico anche nei confronti del cosiddetto ‘piano Trump’, Provenzano lo ha definito “avvolto nella nebbia”, sostenendo che l’unico modo per diradarla sia il riconoscimento dello Stato di Palestina. Ha quindi accusato l’Italia di essere in ritardo rispetto alla comunità internazionale, ricordando che oltre 150 Paesi nel mondo hanno già riconosciuto la Palestina: "L’Italia cosa aspetta? Volete che arrivi ultima?”, ha domandato rivolgendosi ai banchi del governo. Sul piano diplomatico, Provenzano ha infine rilanciato la proposta del Partito Democratico per l’invio di una missione internazionale a Gaza sotto mandato delle Nazioni Unite. "Se servirà una missione di peacekeeping, noi non solo siamo pronti a discuterne, ma diciamo che dobbiamo esserci. L’abbiamo proposta già nel novembre 2023. Ora si è aperta una breccia che non va richiusa: deve passarci la diplomazia e la politica".
Ricciardi (M5S): "Il governo è complice del declino morale dell'Europa"
l capogruppo del Movimento 5 Stelle, Riccardo Ricciardi, è intervenuto duramente alla Camera dopo l’informativa del ministro degli Esteri Antonio Tajani sulla crisi in Medio Oriente. Nel suo intervento, Ricciardi ha rivolto un attacco diretto al governo Meloni, definendolo inadeguato e mosso da "miserie politiche nella gestione della politica estera". Ha criticato in particolare Tajani, accusandolo anche di aver diffuso una narrazione ingannevole: la foto pubblicata dal ministro con le bandiere italiana e palestinese a Gaza sarebbe stata presentata come un ringraziamento al governo italiano, quando in realtà si trattava di un gesto di gratitudine verso le manifestazioni spontanee del popolo italiano e la Global Sumud Flotilla, e non verso l’esecutivo.
Nel mirino anche le parole di Matteo Salvini, che ha definito Benjamin Netanyahu “il più grande fautore della pace”, e l’atteggiamento di Giorgia Meloni, descritta come intenta solo a “elemosinare una foto” nelle occasioni ufficiali internazionali. Ricciardi ha parlato di un governo "ignavo" e ha accusato l’Italia di essere corresponsabile, insieme ai partner europei, del "suicidio politico dell’Europa", definita come "clinicamente morta e moralmente vigliacca". Ma Ricciardi ha allargato il discorso anche al contesto internazionale, definendo “terrificante” l’immagine di Trump che, rivolgendosi a Netanyahu, ha dichiarato che “le armi americane a Gaza le ha usate bene”, tra gli applausi del parlamento israeliano. E ha criticato duramente i contenuti del piano per il Medio Oriente: “È inaccettabile un piano che non parla dei 700 mila coloni che occupano brutalmente e illegalmente la Cisgiordania, protetti dall’esercito israeliano. È un piano scritto non da un diplomatico, ma da un immobiliarista specializzato in alberghi e nel recupero di aree degradate. Prevede che Tony Blair, uno dei protagonisti della destabilizzazione del Medio Oriente, diventi il viceré della Palestina”.
Secondo Ricciardi, se non si rivede radicalmente questo piano, “i palestinesi diventeranno i pellerossa del XXI secolo: non ci sarà uno Stato, ma delle riserve dove i palestinesi vivranno come forza lavoro per i casinò di Gaza”. Il capogruppo M5S ha concluso citando Fabrizio De André: “È davvero la domenica delle salme, dove ci sono i segni di una pace terrificante”.