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Taglio Irpef 2026: chi pagherà meno tasse e cosa cambia sopra i 50mila euro

Dal 2026 potrebbe scattare una nuova riduzione dell’Irpef voluta dal governo Meloni. L’obiettivo è alleggerire il carico fiscale per quasi 10 milioni di contribuenti, soprattutto nel cosiddetto “ceto medio”. Ecco chi risparmierà e cosa cambia per redditi e detrazioni.
A cura di Francesca Moriero
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A partire da gennaio 2026, il governo si prepara a lanciare un nuovo intervento sull'Irpef, che rappresenta il secondo passo della riforma fiscale avviata due anni fa. La precedente manovra aveva già abbassato e semplificato le aliquote più basse, portando l’aliquota al 23% fino a 28mila euro di reddito, con benefici per le fasce di reddito più basse. Ora l'obiettivo è estendere questo alleggerimento fiscale al cosiddetto "ceto medio", cioè a chi guadagna tra 28mila e 50mila euro lordi all'anno. Il piano prevede di ridurre l'aliquota attuale dal 35% al 33%, un taglio che potrebbe interessare circa 10 milioni di contribuenti tra lavoratori dipendenti, autonomi e pensionati; questa misura, stimata in un costo di circa 3 miliardi di euro per le casse dello Stato, secondo il governo, punterebbe a dare un sollievo fiscale a una larga fascia di contribuenti con redditi medio-alti, ancora oggi sottoposti a una pressione fiscale significativa.

Quanto si risparmierà: la panoramica per fasce di reddito

Il risparmio effettivo varierà naturalmente a seconda del reddito dichiarato. Le simulazioni effettuate da alcuni esperti, come i Consulenti del Lavoro, offrono alcuni esempi concreti:

  • Chi dichiara un reddito annuo di circa 30mila euro potrà risparmiare intorno ai 40 euro all’anno.
  • A 35mila euro il risparmio salirebbe a circa 140 euro annui.
  • Chi ha un reddito di 40mila euro potrà contare su circa 240 euro di sconto fiscale.
  • A 45mila euro il beneficio stimato è di circa 340 euro all’anno.
  • Infine, per redditi pari a 50mila euro lo sgravio massimo raggiungerebbe circa 440 euro.

Alcune stime indicano che questo risparmio potrebbe mantenersi stabile anche per chi guadagna fino a 63.500 euro, se la misura venisse estesa oltre i 50mila euro.

Cosa succede a chi guadagna più di 50mila euro

Nella precedente riforma, i redditi sopra i 50mila euro erano stati esclusi dallo sgravio e, anzi, avevano subito una riduzione delle detrazioni fiscali; questa scelta aveva come obiettivo quello di concentrare i benefici sui redditi più bassi e contenere il costo complessivo. Ora però il governo starebbe considerando di alzare la soglia e permettere anche ai redditi un po' più alti di beneficiare almeno in parte del taglio Irpef. Si discute, ad esempio, se includere anche redditi oltre i 50mila euro e fino a 60mila euro o più. Va detto che chi dichiara più di 100mila euro l’anno è una quota molto limitata, meno del 2% dei contribuenti; escludere questa fascia permetterebbe di risparmiare qualche centinaio di milioni, ma l’effetto sulla platea dei beneficiari sarebbe poco significativo: il tema resta comunque ancora aperto.

Le detrazioni fiscali e il possibile rafforzamento del "quoziente familiare"

Oltre alla riduzione delle aliquote, il governo starebbe valutando anche interventi sulle detrazioni fiscali, che negli ultimi anni sono state progressivamente ridotte per i redditi più elevati. Un elemento chiave in discussione è il cosiddetto “quoziente familiare”, cioè un meccanismo che adegua le detrazioni in base al numero di figli a carico e alla composizione del nucleo familiare. L’obiettivo sarebbe quello di rafforzare questo strumento nella prossima legge di bilancio, per rendere il sistema fiscale più equo e sostenere in modo più efficace le famiglie con carichi familiari maggiori.

Al momento però non ci sono ancora decisioni definitive, quindi si tratta, anche qui, di un tema aperto su cui il governo sta ancora riflettendo.

Altri temi fiscali in discussione

Oltre al taglio dell’Irpef, nel dibattito politico ci sono altre proposte e questioni aperte, tra cui:

  • Bonus edilizi: possibile riduzione delle aliquote, ma con attenzione alle abitazioni principali.
  • Detassazione tredicesime e straordinari: proposta di una flat tax agevolata su premi di produttività e straordinari, soprattutto da Forza Italia.
  • Flat tax per partite IVA: ipotesi di estensione fino a 100mila euro di reddito.
  • Fiscal drag: i sindacati chiedono interventi per evitare l’aumento della pressione fiscale dovuto all’inflazione non compensata dagli scaglioni Irpef.
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