Sumud Flotilla, Meloni dice che la missione è inutile e spiega cosa farà il governo per gli italiani a bordo

"Le chiedo di tenermi informata su quanto il governo italiano intende fare per garantire tutela e sicurezza per tutto l'equipaggio della missione umanitaria, in caso di necessità". Questa la richiesta che ieri la segretaria del Partito democratico Elly Schlein aveva rivolto alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni sull'equipaggio della Global Sumud Flotilla. Oggi Meloni ha risposto, suggerendo che ci sarebbero modi "alternativi e più efficaci" per portare aiuti a Gaza, ma che se gli attivisti decidono di procedere comunque il governo adotterà "tutte le misure di tutela e di sicurezza dei connazionali all’estero in situazioni analoghe".
Nella lettera inviata ieri, Schlein aveva sottolineato che le quaranta imbarcazioni della Flotilla trasportano "molte tonnellate di aiuti umanitari raccolti con grande partecipazione della società civile e della cittadinanza", e che parteciperanno "molti cittadini italiani", inclusi "quattro parlamentari della Repubblica italiana appartenenti a varie forze politiche". Tra di loro, aveva specificato, "saliranno a bordo anche il deputato Arturo Scotto e l'eurodeputata Annalisa Corrado del Partito democratico".
Alcune ore dopo è arrivata la risposta della presidente del Consiglio. Meloni ha spiegato la sua posizione in quattro punti, di cui tre dedicati a criticare l'iniziativa in modo più o meno indiretto. Il primo: se l'obiettivo è "la consegna di generi di prima necessità alla popolazione palestinese", vista la "limitata quantità di aiuti trasportabili sulle imbarcazioni coinvolte", la premier suggerisce "di avvalersi di canali alternativi e più efficaci di consegna".
Quali sarebbero questi presunti canali, considerando che le autorità israeliane da mesi bloccano e filtrano la possibilità di consegnare aiuti umanitari nella Striscia? Lo spiega il secondo punto: "I canali finora attivati dal Governo italiano, che, come è noto, svolge un ruolo di primo piano nel prestare assistenza alla popolazione civile attraverso l’iniziativa umanitaria ‘Food for Gaza‘".
Il programma, di cui il governo si vanta da mesi, avrebbe distribuito "oltre 200 tonnellate di generi di prima necessità, aiuti alimentari e sanitari, toccando anche le aree più isolate e difficilmente raggiungibili della Striscia". L'iniziativa "Food for gaza" consiste in una serie di finanziamenti rivolti soprattutto al Programma alimentare mondiale, la Croce rossa internazionale, la Fao (agenzia Onu per l'alimentazione), tra le altre, ma il suo effettivo successo è difficile da misurare, al di là delle cifre elencate dal governo senza riscontri concreti disponibili al pubblico.
Meloni ha anche sottolineato che utilizzare canali come questo "eviterebbe di esporre i partecipanti" che si trovano a bordo della Flotilla "ai rischi derivanti dal recarsi in una zona di crisi". Cioè al rischio di attacchi o blocchi da parte del governo israeliano. E eviterebbe anche "l'onere a carico delle diverse Autorità statuali coinvolte di garantire tutela e sicurezza". Insomma, togliere agli Stati il problema e il costo di dover intervenire a tutela dei propri cittadini.
In chiusura, dopo aver criticato la Flotilla, la presidente del Consiglio ha comunque detto che si tratta di un'iniziativa che può avere "una finalità di natura simbolica o politica, e che quindi si intende portare avanti a prescindere da quanto sopra esposto". Per questo, il governo italiano "assicura che saranno adottate tutte le misure di tutela e di sicurezza dei connazionali all’estero in situazioni analoghe, come sempre garantito finora".