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Spari su Ocean Viking, Ue chiede chiarimenti a Libia. Dopo Mediterranea, fermo amministrativo per Trotamar III

Dopo il fermo amministrativo per la nave Mediterranea, arriva il blocco anche per la nave Trotamar III, che aveva anche subito intimidazioni dalla cosiddetta Guardia costiera libica. Intanto la Commissione europea ha chiesto alla Libia di chiarire l’aggressioni con armi da fuoco contro la nave Ong Ocean Viking.
A cura di Annalisa Cangemi
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Dopo gli spari da parte della cosiddetta Guardia costiera libica contro la nave di Sos Mediterranee Ocean Viking, che hanno messo in pericolo la vita degli 87 migranti a bordo e dei membri dell'equipaggio, la Commissione europea ha chiesto alle autorità libiche di chiarire l'episodio. L

I colpi sono stati anche documentati dall'Ong con un video, in cui si vede l'aggressione con armi da fuoco, durata 20 minuti in tutto. L'attacco è partito tra l'altro da un'imbarcazione che era stata donata dall'Italia a Tripoli nel 2023.

"Abbiamo contattato le autorità libiche competenti in merito a questo incidente segnalato per chiarire i fatti. Spetta ora alle autorità libiche fare urgentemente luce su quanto accaduto", ha dichiarato il portavoce Markus Lammert durante il briefing con la stampa. Al momento "stiamo stabilendo i fatti, quindi non parliamo ancora di possibili conseguenze. Siamo in contatto con le autorità libiche per accertare l'accaduto", ha aggiunto.

Piantedosi avvisa le Ong: "È lo Stato a gestire i soccorsi in mare"

La vicenda della Ocean Viking è avvenuta in un momento molto delicato per i rapporti tra governo e navi umanitarie. Proprio ieri la nave dell'organizzazione Mediterranea Saving Humans è stata sottoposta a fermo amministrativo, per aver disobbedito all'ordine del Viminale e aver condotto i naufraghi soccorsi nel porto di Trapani, invece di proseguire la navigazione verso il porto indicato dalle autorità, quello di Genova, molto più distante, a cinque giorni di navigazione dal luogo del soccorso. La decisione è stata presa per ragioni di sicurezza.

Il governo Meloni prosegue la linea dura contro le organizzazioni umanitarie. Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha commentato il caso con un messaggio su X: "È lo Stato che contrasta i trafficanti di esseri umani e gestisce e coordina i soccorsi in mare. Non le Ong", si legge nel tweet, accompagnato da una foto della nave di Mediterranea, con la notizia del fermo dell'imbarcazione.

Anche la nave Trotamar III sottoposta a fermo amministrativo

Oggi anche la nave Trotamar III della CompassCollective è stata sottoposta ad un fermo amministrativo a Lampedusa. Il provvedimento è scaturito in seguito al salvataggio di 22 persone, lo scorso 24 agosto. L'equipaggio è accusato di non aver informato la Guardia costiera libica quando ha salvato le persone da un'imbarcazione non idonea alla navigazione. Il fermo è in vigore da ieri.

"La mattina del 24 agosto il nostro equipaggio – spiega la Trotamar III – ha avvistato al largo delle coste libiche un'imbarcazione in vetroresina in difficoltà, con a bordo 3 donne e 19 uomini che, da ore, erano in mare aperto, in balia delle onde". Dopo aver lanciato una richiesta di soccorso alle autorità italiane e maltesi, lo skipper Matthias Wiedenlübbert "ha deciso di prendere a bordo le persone per salvarle dall'annegamento e da un imminente respingimento illegale in Libia da parte della cosiddetta guardia costiera libica", prosegue CompassCollective. Già la sera prima, in realtà la nave era stata "spinta fuori rotta da una motovedetta della guardia costiera libica – prosegue la ong – che si era avvicinata a babordo e aveva minacciato via radio anche di usare le armi da fuoco".

Ci sono 130 migranti diretti a Lampedusa: tra loro anche due neonati

Mentre scriviamo  130 persone, salvate dal veliero Astral della Open Arms, sono dirette a Lampedusa, dopo essere state salvate questa mattina su una barca di legno in avaria. "Tra i naufraghi – spiega la ong – provenienti da Egitto, Eritrea e Sudan, anche 18 donne e 6 bambini, di cui due di 1 anno e due neonati di 9 e 2 mesi. I 130 erano partiti nella notte dalle coste libiche di Zuara". Gli operatori umanitari di Open Arms hanno fornito loro giubbotti di salvataggio e dato una prima assistenza "in attesa dell'intervento della guardia costiera Italiana che ha poi preso in carico i naufraghi, ora in viaggio verso Lampedusa", conclude la Open Arms.

Delegazione Pd a bordo di Mediterranea domani

Domani alle 12 una delegazione di parlamentari ed esponenti del Partito democratico salirà a bordo della nave Mediterranea, sottoposta a fermo a Trapani dopo avere fatto sbarcare in Sicilia, e non nel porto sicuro assegnatogli di Genova, i migranti soccorsi in mare.

Ieri ad Augusta (presente il vicecapogruppo al Senato del Pd, Antonio Nicita) è arrivata anche la Ocean Viking, della Ong Sos Mediterranee. La priorità per il Partito Democratico "è quella di salvare le vite di migliaia di disperati che rischiano in cerca di un futuro migliore, sfidando il Mediterraneo dopo sevizie e violenze atroci".

"Gli sbarchi proseguono mentre questo governo sulle politiche dell'immigrazione – dicono i dem – ha fallito su tutta la linea: basti pensare alle centinaia di milioni di euro dei contribuenti italiani per i centri di accoglienza in Albania. Invece di rafforzare il sistema dell'accoglienza", l'esecutivo "prende di mira le Ong che continuano meritoriamente a pattugliare il mare ancora la nota del Pd -. E, peggio ancora, ha riaccompagnato a casa con l'aereo di stato un criminale ricercato dalla Corte penale internazionale, come Almasri".

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