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Sovraffollamento carceri, Nordio annuncia task force: per 10.000 detenuti possibili misure alternative

Il ministro della Giustizia Carlo Nordi, ha accertato che sono 10.105 i detenuti che potrebbero usufruire delle misure alternative. Per questo è stata istruita una task force che ha già attivato interlocuzioni con la magistratura di sorveglianza e con i singoli istituti penitenziari per favorire la definizione delle posizioni.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il ministro della Giustizia Carlo Nordio annuncia misure contro il sovraffollamento nelle carceri. Si calcola che in questo momento oltre 10mila detenuti in più rispetto alla capienza regolamentare delle carceri italiane, con un trend costante di suicidi (già 41 dall'inizio del 2025).

In una nota di via Arenula si legge che è stato accertato che 10.105 detenuti cosiddetti definitivi sono potenzialmente fruitori di misure alternative alla detenzione in carcere. Per questo – viene spiegato nella nota – al ministero della Giustizia è stata istruita una task force che ha già attivato interlocuzioni con la magistratura di sorveglianza e con i singoli istituti penitenziari per favorire la definizione delle posizioni.

I detenuti definitivi in questione sono quelli con pena residua sotto i 24 mesi, per reati diversi da quelli ostativi – di cui all'articolo 4 bis della Legge di ordinamento penitenziario – e che negli ultimi 12 mesi non hanno riportato sanzioni disciplinari gravi. Il gruppo, insediato oggi, si riunirà con cadenza settimanale e trarrà le sue conclusioni entro settembre 2025. Nordio ha spiegato che c'è stato un "utile confronto con la magistratura di sorveglianza".

L'Associazione Antigone oggi ha ricordato che se fino al 2021 il numero di suicidi in carcere oscillava tra i 40 e i 60 ogni anno, dal 2022 si è registrato un aumento: 84 nel 2022, 68 nel 2023, 91 lo scorso anno e già 41 quest'anno.

Nordio stanzia 2 mln per l'Abruzzo per reinserimento lavorativo dei detenuti

Il ministro della Giustizia ha inoltre stanziato circa 2 milioni di euro per la regione Abruzzo, con l'obiettivo di avviare percorsi di orientamento, formazione e housing sociale delle persone sottoposte a misura penale esterna o in uscita dagli istituti penitenziari, e attivare una rete per favorirne il reinserimento socio-lavorativo.

L'azione, costruita insieme al presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio e a Gabriella De Stradis, Direttore generale per il coordinamento delle politiche di coesione del ministero, creerà un sistema integrato di interventi e nuove sinergie e collaborazioni sui territori. Una parte delle risorse sarà impiegata per l'ampliamento e il miglioramento funzionale di spazi finalizzati allo svolgimento delle attività trattamentali di formazione e inclusione socio-lavorativa; un'altra parte è prevista per residenzialità assistite e temporanee, idonee a ospitare – per periodi di tempo limitati – i destinatari dei percorsi di reinserimento e formazione privi di soluzione abitativa, altrimenti impossibilitati a fruire di misure alternative o sanzioni sostitutive.

Il progetto è finanziato nell'ambito del Piano ‘Una Giustizia più Inclusiva: Inclusione socio-lavorativa delle persone sottoposte a misura penale anche attraverso la riqualificazione delle aree trattamentali' di cui il ministero della Giustizia è Organismo Intermedio per il Piano Nazionale ‘Inclusione e lotta alla povertà 2021-2027'.

In Umbria 300 detenuti potrebbero avere misure alternative

Sono circa 300, sui 1.600 complessivi, i detenuti cosiddetti definitivi che in Umbria potrebbero usufruire di misure alternative alla detenzione in carcere. E questo "sarebbe una boccata d'ossigeno" per le strutture di Perugia, Terni, Spoleto e Orvieto secondo il garante Giuseppe Caforio. Quest'ultimo, parlando con l'ANSA, ha spiegato che nelle carceri dell'Umbria "permangono i gravi problemi già denunciati e nessun fatto positivo nuovo".

Le reazioni

"Apprendiamo con un certo stupore che solo ora il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha accertato che 10.105 detenuti cosiddetti definitivi sono potenzialmente fruitori di misure alternative alla detenzione in carcere. L’emergenza carceraria non nasce oggi, fino ad ora il ministro la ha negata trattando anche i suicidi in carcere come una disgrazia inevitabile. Ma fino ad ora cosa hanno fatto?", ha commentato la capogruppo Avs alla Camera Luana Zanella.

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