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Sigarette, di quanto può salire il prezzo con nuove accise da gennaio: l’ipotesi del governo

Da gennaio 2026, e poi nei due anni successivi, potrebbero scattare aumenti complessivi nel costo delle sigarette fino a un euro e mezzo. L’ipotesi sarebbe allo studio del governo, per evitare che le nuove norme europee facciano scendere le entrate dello Stato.
A cura di Luca Pons
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Il prezzo delle sigarette potrebbe salire di qualche decina di centesimi, a gennaio 2026. E poi continuare ad aumentare anche nei due anni successivi, fino a risultare di circa un euro e mezzo più alto rispetto a oggi. Sarebbe un piano a cui il governo Meloni sta lavorando, forse da inserire nella prossima legge di bilancio, per compensare le nuove norme proposte dall'Ue che potrebbero far scendere le entrate dello Stato legate al tabacco. "Non posso e non voglio permettere che lo Stato perda 15 miliardi di euro di gettito", ha detto il sottosegretario all'Economia Federico Freni.

L'ipotesi, riportata dal Messaggero, sarebbe di mettere in atto questi aumenti per contrastare due proposte lanciate dalla Commissione europea. La prima sarebbe un aumento delle accise minime europee sul tabacco, al di sotto delle quali non può andare nessun Paese. L'incremento partirebbe proprio dal 2028. Le accise minime in vigore oggi risalgono al 2010, quindi sono bassissime.

La seconda norma lanciata dalla Commissione Ue è quella che preoccupa di più gli Stati: l'obbligo, per tutti i Paesi, di versare direttamente nel bilancio europeo il 15% di quello che incassano con le accise su sigarette e tabacco. O meglio, di quello che incasserebbero se applicassero solo le suddette accise minime. Tutto il surplus potrà restare nelle casse dello Stato.

In ogni caso, si tratterebbe di una somma da togliere dal bilancio nazionale. Le accise sulle sigarette e il tabacco oggi valgono circa 15 miliardi di euro all'anno, per l'Italia. Per evitare di perdere anche solo una parte di questa somma, perciò, sarebbe allo studio il piano per gli aumenti. L'ultimo aumento delle accise è avvenuto a marzo di quest'anno.

Non è ancora chiaro quanto potrebbe salire il prezzo delle sigarette, di preciso, già dal 2026. Si punterebbe ad arrivare a un euro e mezzo, complessivamente, nel 2028. Sul tema servirà un approfondimento tecnico, e anche un confronto politico all'interno della maggioranza. Alzare le accise non è mai una mossa gradita dall'elettorato. Gli aumenti potrebbero riguardare solo le sigarette tradizionali. Invece le sigarette elettroniche, che negli ultimi anni si sono diffuse parecchio, così come tutti gli altri prodotti collegati, non dovrebbero vedere cambiamenti.

"Stiamo monitorando con grande cura gli sviluppi della direttiva europea Ted ", cioè quella sui tabacchi, aveva detto ieri il viceministro dell'Economia Maurizio Leo. L'obiettivo, aveva detto, è "non creare delle ricadute negative a un settore molto rilevante sia per i livelli occupazionali, sia per gli investimenti nel nostro Paese". Poi aveva anticipato che nella prossima manovra ci sarà "la definizione di un nuovo assetto pluriennale". Il sottosegretario Freni aveva aggiunto: "Le mie considerazioni partono da un principio chiaro:non posso e non voglio permettere che lo Stato perda 15 miliardi di euro di gettito. Questo dato, che solo per le accise si attesta intorno ai 15 miliardi, ma che complessivamente supera i 22 miliardi, è cruciale per il bilancio. Chi non comprende questo punto non ha capito la posta in gioco".

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