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Scuola, Azzolina rassicura: “A settembre saremo pronti, in arrivo altri 300 milioni di euro”

“Avevo chiesto e ottenuto un altro miliardo per settembre nel prossimo scostamento di bilancio. Il governo si è appena impegnato a stanziare altri 300 milioni. Facciamo il conto? Prima 1,6 miliardi, ora 1,3: siamo a quasi 3 miliardi solo per settembre”: la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, afferma che con tutte le risorse messe sulla scuola, a settembre gli istituti saranno pronti per far tornare gli studenti delle classi. Ma ci sono ancora tanti nodi da sciogliere, a poco più di un mese dalla ripartenza: dalle assunzioni degli insegnanti allo spazio, che per molte scuole semplicemente manca.
A cura di Annalisa Girardi
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Manca solo poco più di un mese prima che studenti e alunni italiani tornino nelle classi. Ma ci sono ancora tanti nodi da sciogliere. E le preoccupazioni aumentano dopo l'allarme lanciato la scorsa settimana dai sindacati, secondo cui non ci sarebbero le condizioni per riaprire le scuole. Mancano ancora gli spazi necessari a garantire il distanziamento sociale e gli insegnanti sono troppo pochi. La ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina, annuncia però che sono in arrivo altri 300 milioni da mettere sulla scuola: "Avevo chiesto e ottenuto un altro miliardo per settembre nel prossimo scostamento di bilancio. Il governo si è appena impegnato a stanziare altri 300 milioni. Facciamo il conto? Prima 1,6 miliardi, ora 1,3: siamo a quasi 3 miliardi solo per settembre. Con le risorse messe da inizio anno arriviamo a 6. Potenzieremo l’organico, docenti e personale Ata. Ribadisco: alla riapertura ci faremo trovare pronti", ha commentato in un colloquio con il Fatto Quotidiano.

Le risorse che l'Italia otterrà grazie al Recovery Fund, che Azzolina descrive come "un risultato enorme per l'Europa" raggiunto anche grazie "al lavoro straordinario del premier Giuseppe Conte", rappresentano un'enorme opportunità per la scuola e il ministero saprà sfruttarle a dovere, prosegue. "Abbiamo già messo nero su bianco le priorità per investire in modo strutturale: contrasto alla dispersione scolastica, eliminazione delle classi pollaio, edilizia scolastica, innovazione e lotta alle povertà educative", aggiunge Azzolina.

La questione insegnanti

Il problema delle assunzioni dei docenti a settembre non è una novità, ma una questione con cui gli insegnanti fanno i conti da ben prima dell'emergenza coronavirus. Ma Azzolina ribadisce che dal 10 gennaio, giorno in cui ha giurato come ministra, ha sempre lavorato per bandire concorsi. "Stiamo digitalizzando le graduatorie dei supplenti. Poi abbiamo fatto la mobilità, attivato la chiamata veloce per chi vuole cambiare regione e avere prima il ruolo. E bandito 78 mila posti a concorso. Non mi pare poco", sottolinea la ministra. Sempre in materia di insegnanti, ha fatto discutere la decisione di consentire ai laureandi in Scienze della formazione primaria di iniziare a insegnare a settembre nelle scuole primarie e dell'infanzia. Azzolina commenta di aver "letto tanta superficialità" sulla questione, in quanto "ci si dimentica che finora anche chi faceva altro nella vita poteva mettersi a disposizione per le supplenze". Quindi spiega che se le graduatorie per gli abilitati si esauriscono, sarà possibile fare contratti a tempo determinato a quei giovani che si stanno formando esattamente per quel lavoro: "Hanno scelto di fare gli insegnanti e hanno già svolto il tirocinio in classe. Vengono già chiamati dalle scuole, nessuna novità".

Come si tornerà a scuola a settembre

L'anno scolastico riprenderà ufficialmente il prossimo 14 settembre, ma già dal 1° inizieranno i corsi di recupero. Ad ogni modo, viste le incognite ancora aperte, si teme che l'orario scolastico possa subire una riduzione. Non è chiaro se gli studenti faranno meno ore o se i docenti saranno chiamati a riempire eventuali buchi. Azzolina assicura però che nessuno ha intenzione di penalizzare gli studenti, e che gli istituti scolastici potrebbero decidere di ridurre l'unità oraria da 60 a 50 minuti per avere maggiore flessibilità organizzativa: ma si tratterebbe di una differenza di 10 minuti che verrebbe poi recuperata. "Il monte orario quindi non cambia. È una norma già esistente: quando ero docente, nella mia scuola, lo facevamo e il tempo da restituire lo impiegavamo per fare lezione agli studenti in difficoltà".

C'è anche un altro problema, quello di evitare assembramenti all'entrata della scuola e all'uscita al termine delle lezioni. Ma, anche in questo caso, la ministra ribadisce che non dovrebbero esserci stravolgimenti: "Le scuole che avranno necessità di organizzare ingressi scaglionati terranno conto delle necessità delle famiglie e adotteranno ogni accorgimento possibile, per esempio impiegando tutti gli ingressi degli istituti".

I nodi da sciogliere

Ma il problema principale rimane lo spazio. Che semplicemente manca. Per garantire il metro di distanza servono banchi singoli e ampi locali. Il commissario all'emergenza, Domenico Arcuri, ha indetto un bando pubblico da 3 milioni di euro per recuperare le sedute monoposto nel più breve tempo possibile: ma anche se queste dovessero effettivamente arrivare entro un mese, non è ancora chiaro dove metterle. Tante scuole nel Paese non hanno aule abbastanza grandi o spazi alternativi per tutti gli studenti.

Il rischio è che si torni, anche solo in parte, alla didattica a distanza. Ma molte famiglie non ne vogliono più sapere delle lezioni online. Specialmente quando i genitori hanno ripreso ad andare a lavoro a pieno regime. Ma Azzolina continua a rassicurare che a settembre le scuole saranno pronte per riaprire i battenti e far tornare gli studenti nelle aule. Infine la ministra risponde alle numerose critiche ricevute negli ultimi mesi: "Essere donna non aiuta e c’è un pregiudizio sui ministri Cinque Stelle. Vorrei che si discutesse sul merito. Il centrodestra ci attacca, ma ha tagliato 8 miliardi sulla scuola. Matteo Salvini, poi, non offre soluzioni ma lavora sulla paura della gente. Mi hanno chiesto se volessi confrontarmi con lui, ho detto: certo. Ma mi pare che abbia già declinato".

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