Scuderi (Avs) a Fanpage: “La Flotilla non è una crociera, partiamo perché i governi non fanno nulla”

di Saverio Tommasi e Luca Pons
All'alba di domani, venerdì 12 settembre, la spedizione italiana della Global Sumud Flotilla salperà verso la Tunisia per unirsi alle altre imbarcazioni. Poi, rotta per la Striscia di Gaza. Benedetta Scuderi, europarlamentare di Alleanza Verdi-Sinistra, è una dei politici italiani che saranno a bordo delle barche. Scuderi ha risposto alle domande di Saverio Tommasi per Fanpage.it e ha riassunto così le sensazioni delle ultime ore sulla terraferma: "Nessuno di noi vorrebbe veramente andarci. Abbiamo paura, ne abbiamo tanta, consapevoli di quello che stiamo facendo. Non sarà una cosa semplice, ma è necessaria. Non perché noi vogliamo fare gli eroi, ma perché i governi l'hanno resa necessaria, non facendo niente di quanto è in loro potere per fermare Netanyahu".
È un dato di fatto che i governi europei, finora, non abbiano fatto quasi nulla di concreto per fermare il genocidio in atto a Gaza. Oggi, dal Parlamento europeo è arrivato l'invito a riconoscere lo Stato di Palestina, tra le altre cose. L'esecutivo italiano però si è già opposto nettamente a questa idea. Parlando della Flotilla, ieri il senatore di Fratelli d'Italia Marco Lisei ha detto gli attacchi subiti nelle precedenti due notti dalle barche della flottiglia che si trovano in Tunisia "o sono incidenti loro interni, o se li sono fatti da soli per avere visibilità". Il giorno prima il ministro Tajani aveva detto che essere sulla Flotilla "è una libera scelta e i rischi ci sono". Come a dire: un po' se la sono andati a cercare.
"È una retorica da victim blaming che usano per tantissime situazioni", ha commentato Scuderi. "Se ‘andarsela a cercare' vuol dire fare una missione umanitaria e civile per portare aiuti, non so in che mondo siamo. Da una parte c'è un governo che sta violando tutte le norme del diritto internazionale senza alcuna ripercussione da parte della comunità internazionale, soprattutto quella occidentale. Dall'altra una società civile che, dal basso, prova a dare un supporto a una popolazione in carestia. Quello che dovrebbero fare i governi è supportarla".
Supportarla significherebbe anche, come hanno chiesto in molti, concedere a tutti i partecipanti una protezione diplomatica. Il governo spagnolo lo ha fatto, quello italiano no. "Stiamo andando a singhiozzi: è iniziato con la presidente Meloni che, su richiesta, ha detto che avrebbe tutelato cittadine e cittadini. Ora il ministro Tajani sta parlando di assistenza consolare, che è il minimo sindacale per le cittadine e i cittadini italiani nel caso in cui i loro diritti dovessero essere violati da uno Stato terzo. Noi vorremmo che si facesse il passetto in più che ha fatto il governo spagnolo. Ma, visto come si sta comportando il governo Meloni, ci sembra abbastanza improbabile che si faccia".
Il viaggio riserverà sicuramente dei rischi, e Scuderi ha detto che cerca "di non pensarci eccessivamente, perché poi l'ansia sale. C'è tutta una parte di mare, di navigazione, che già è pericolosa e complessa. Il Mediterraneo in questo momento non è un mare semplice, già questo spaventa. E poi c'è la grande incognita: la risposta israeliana". Le navi proveranno a rompere il blocco navale illegale che Israele ha posto da anni attorno alla Striscia di Gaza. "Abbiamo visto che Israele non ha paura a superare alcuna linea rossa, non ha paura a violare alcuna norma di diritto. Questo chiaramente ci tiene con il fiato sospeso".
Nonostante i pericoli, c'è chi insiste che il viaggio sarà inutile: "Lo leggo sui social, sui giornali, lo vedo in tv, mi viene detto in qualche intervista: o ‘Non serve a nulla', o ‘è una crociera, un viaggio di piacere‘. Io vorrei sfidare loro a venire in questo viaggio di piacere", ha concluso Scuderi.