Oro di Bankitalia in Manovra, Malan (FdI): “Appartiene al popolo, non vogliamo venderlo come suggeriva Prodi”

I lavori della manovra in Senato, attualmente all'esame della commissione Bilancio, sono in ritardo, e mentre si aspettano gli emendamenti del governo, attesi in serata, il presidente del Senato Ignazio La Russa, a margine della cerimonia dello Scaldino, ha detto che l'ok a Palazzo Madama dovrebbe arrivare entro il 21 dicembre "quando abbiamo il concerto di Natale con Claudio Baglioni".
Il governo intende andare avanti con l'emendamento alla Legge di Bilancio 2026 sulle riserve auree di Bankitalia. Secondo Fratelli d'Italia, che ha presentato il testo, la modifica non minaccia l'indipendenza di via Nazionale – che fa parte del SEBC cioè del Sistema Europeo di Banche Centrali – e soprattutto non viola i trattati europei.
In una nota informativa di FdI, dal titilo ‘oro di Bankitalia al popolo italiano: smontiamo le fake news', che è stata pubblicata da Repubblica e Corriere della Sera, si ribadisce che "Il capitale della Banca d'Italia, comprese quindi le riserve auree, è detenuto da banche, assicurazioni, fondazioni, enti ed istituti di previdenza, fondi pensione ecc. aventi sede legale in Italia. In molti casi si tratta di soggetti privati, alcuni dei quali controllati da gruppi stranieri. L'Italia non può correre il rischio che soggetti privati rivendichino diritti sulle riserve auree degli italiani. Per questo c'è bisogno di una norma che faccia chiarezza sulla proprietà", si legge.
"Inoltre – si nota nel documento dei gruppi parlamentari -, sul sito della Banca d'Italia si afferma che l'oro è di ‘proprietà dell'istituto'. Un motivo in più per esplicitare che le riserve auree sono di proprietà di tutti gli italiani".
Cosa dice l'emendamento di Fdi sulle riserve auree di Bankitalia
Si parla naturalmente del discusso emendamento firmato da Malan, definito "interpretativo", con cui si vuole sancire che l'oro nelle casse della Banca d'Italia, 2.452 tonnellate, pari a circa 300 miliardi di euro, è di proprietà del popolo italiano. Il testo, dopo una prima modifica, è il seguente: "Le riserve auree appartengono al popolo italiano e sono gestite in autonomia dalla Banca d'Italia". Lieve differenza rispetto alla versione precedente: "Le riserve auree gestite e detenute dalla Banca d'Italia appartengono allo Stato, in nome del popolo italiano". Il cambiamento, insomma, non è nella sostanza: sarebbe saltato dunque il riferimento allo Stato sulla proprietà delle riserve auree. La Bce, in due pareri negativi sul testo, ha espresso la sua contrarietà, perché, ha sottolineato, le finalità della norma non sarebbero chiare, e per questo ha invitato l'Italia a rivederla ancora.
Fratelli d’Italia ha assicurato che il governo non ha alcuna intenzione di utilizzare l'oro per finanziare il debito, o la spesa pubblica. Ma le rassicurazioni del ministro Giorgetti a Francoforte fino ad ora non sono bastate. In attesa di un ulteriore chiarimento tra il titolare di via XX Settembre e la presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, il testo dell'emendamento potrebbe essere rivisto ancora. Una nuova riformulazione dell'emendamento sulla proprietà delle riserve auree della Banca d'Italia potrebbe arrivare domani.
Malan (Fdi): "Non vogliamo vendere i gioielli di famiglia"
Nell'informativa di Fdi si aggiunge inoltre che sarebbe "falso" sostenere che "il governo vuole l'oro di Bankitalia per venderlo".
"Al contrario – precisa il documento -, vogliamo affermare che la proprietà dell'oro detenuto dalla Banca d'Italia è dello Stato proprio per proteggere le riserve auree da speculazioni. L'unico che ventilò l'ipotesi di una vendita delle riserve auree fu un governo di sinistra, quello di Romano Prodi, che nel 2007 salutava come ‘positivo' il dibattito sul tema".
Romano Prodi, in effetti, da presidente del Consiglio, propose di aprire un dibattito sulla vendita di una parte delle riserve auree italiane per ridurre il debito pubblico, ma poi, dopo le polemiche, l'idea non si concretizzò. E questa circostanza è stata fatta notare anche dal senatore Lucio Malan, intervistato da Fanpage.it: "Qualcuno dice che forse è necessario sottolineare l'autonomia della Banca d'Italia, non credo serva, ma comunque non c'è alcun problema ad aggiungere questo concetto".
"Perché abbiamo voluto presentare questo emendamento adesso? Tutti questi strologamenti ci dimostrano che è meglio mettere le cose in chiaro. Sappiamo tutti che abbiamo dei vincoli. Diversamente da quanto disse di voler fare Prodi nel 2007, non abbiamo nessun intenzione di mettere in vendita l'oro. Ma lo stesso fatto che Prodi avesse ipotizzato di venderlo, indica che abbiamo ragione noi con l'emendamento: come puoi vendere qualcosa che non è tuo? L'oro è di proprietà del popolo italiano".
Il governo, ha ribadito Malan a Fanpage.it, non ha alcun intenzione comunque di utilizzare le riserve per la spesa pubblica: "No, ci sono vincoli, che emersero già quando Prodi ipotizzò quella soluzione. Non sarebbe una mossa azzeccata nemmeno se fosse possibile farlo, perché se volessimo vendere i gioielli di famiglia non saremmo ritenuti affidabili dai mercati. E visto che noi abbiamo ottenuto dei risultati molto importanti e positivi per la finanza pubblica, con la maggiore credibilità che abbiamo guadagnato in questi anni, sarebbe un controsenso. Quindi se anche non ci fossero dei vincoli normativi, non sarebbe comunque una mossa auspicabile. Giorgetti e Lagarde si chiariranno, a quel punto aspettiamo una riformulazione che penso possa essere suggerita dal governo. Ma la sostanza non cambia".
Nel capitolo finale del documento, visionato dall'Ansa, viene sintetizzata così la posizione di FdI. "È importante ribadire che queste riserve non saranno mai nella disponibilità dei soggetti privati che detengono quote di capitale di Banca d'Italia, alcuni dei quali fanno capo anche a gruppi stranieri".
Secondo il dossier, "l'allarmismo nato intorno all'emendamento presentato da Fratelli d'Italia in Senato alla legge di Bilancio, che ribadisce un principio normale e cioè che le riserve auree sono di proprietà del popolo italiano, è sorprendente. La misura, infatti, a differenza di quanto sostenuto da politici e analisti di sinistra, né mette in discussione l'indipendenza della Banca d'Italia, né viola i trattati europei. Si tratta – prosegue la nota interna – di una norma utile e giusta che mette in sicurezza la ricchezza del popolo italiano. In passato, quando Fratelli d'Italia aveva sollevato la questione, ci era stato risposto che Bankitalia è di fatto una istituzione pubblica e, di conseguenza, l'oro da essa custodito deve essere considerato di natura pubblica. Perciò, l'unica critica sensata che si potrebbe sollevare è che l'emendamento in questione sia ridondante e non necessario. Non si comprende quindi la levata di scudi di queste ore nei confronti della proposta di FdI. A meno che, ed è lecito domandarselo, chi oggi si agita non abbia altri motivi per farlo".