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Manovra 2026

Scontro M5s-ministero sui tagli alla scuola in manovra, Valditara nega tutto: chi ha ragione?

Con l’ultima manovra, all’esame del Senato, la spesa per l’Istruzione è destinata a scendere per il triennio 2026-2028: il taglio previsto per la scuola pubblica è di circa 900 milioni, ma il ministero di Valditara nega. Chi ha ragione? Basta leggere la relazione che accompagna la manovra depositata a Palazzo Madama.
A cura di Annalisa Cangemi
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Mentre la maggioranza del governo Meloni approva l'emendamento alla manovra che contiene il bonus fino a 1500 euro per le scuole private, per dare un incentivo alle famiglie che intendono iscrivere i propri figli in questi istituti, e quello che esonera dal pagamento dell’Imu le scuole paritarie, arrivano tagli per il sistema istruzione per il prossimo triennio, che penalizzano la scuola pubblica.

Dopo la riduzione delle risorse operata con la manovra dell'anno scorso – 5660 posti di insegnanti e 2174 unità di personale ATA in meno – il M5s denuncia un taglio di quasi 900 milioni per la scuola pubblica, come si vede dalla tabella di previsione delle spese del ministero dell'Istruzione. Una sforbiciata che il ministero dei Valditara però smentisce. Ma numeri alla mano, chi ha ragione?

Botta e risposta M5s-Valditara, ministero smentisce i tagli

La senatrice pentastellata Barbara Floridia dice che "È inconcepibile, è indecente che da un lato si colpisca in modo così pesante le scuole statali e dall'altro si trovino risorse. O i soldi non ci sono, oppure vanno messi dove il bisogno è più urgente. O forse le famiglie che mandano i figli alla scuola pubblica valgono meno di chi li manda alle scuole private?".

Secondo la senatrice, "il governo Meloni sceglie invece di strizzare l'occhio a suor Monia Alfieri e a chi da anni spinge per foraggiare le scuole private. È una scelta politica precisa, fatta sulla pelle di una scuola pubblica sempre più impoverita, di cui Giorgia Meloni e Giuseppe Valditara devono rendere conto al mondo della scuola".

Poco dopo il ministero dell'Istruzione invia una nota, negando i calcoli fatti dal M5s: "Con riferimento alle dichiarazioni rese da esponenti del Movimento 5 Stelle", il ministero dell'Istruzione e del Merito precisa che "il disegno di legge di bilancio per il triennio 2026-2028 non prevede tagli alle risorse destinate al comparto scuola, ma, al contrario, registra un incremento significativo degli stanziamenti, confermando l'attenzione del Governo verso il sistema dell'istruzione".

"Il disegno di legge di bilancio autorizza, infatti, per lo stato di previsione del ministero dell'Istruzione e del Merito – rileva il Mim – spese finali in termini di competenza pari a circa 57.921,3 milioni di euro per il 2026. Questo stanziamento rappresenta, rispetto alla legge di bilancio 2025, un incremento complessivo delle risorse pari a circa 959,8 milioni di euro per il 2026". "Grazie a questa legge di bilancio – sottolinea Viale Trastevere – gli stanziamenti autorizzati si attestano, nel 2026, al 6,3% della spesa finale del bilancio statale, in aumento rispetto al 6,2% dell'esercizio precedente. Tali dati sono facilmente reperibili nel dossier redatto dagli Uffici studi di Camera e Senato, annesso alla documentazione a corredo della legge di bilancio".

La posizione del ministero viene difesa anche dal deputato della Lega Rossano Sasso, capogruppo in commissione Scienza, Cultura e Istruzione: "Le falsità della senatrice Floridia sono vergognose e inaccettabili: il dossier del Servizio Bilancio della Camera certifica chiaramente 958 milioni in più per la scuola pubblica per il 2026, non tagli come lei inventa per fare propaganda e screditare l’ottimo lavoro del ministro Valditara. Evidentemente i pentastellati non sanno nemmeno leggere una tabella. Oppure mentono sapendo di mentire, offendendo l’intelligenza degli italiani".

Il punto però è che il M5s segnala tagli al sistema istruzione per il prossimo triennio, non solo per il prossimo anno, come ha messo in evidenza la parlamentare Cinque Stelle, rispondendo così: "La nota del ministero dell'Istruzione che smentisce i tagli alla scuola ripercorre esattamente le argomentazioni, tendenziose, del deputato leghista Rossano Sasso. Ribadisco che la manovra prevede per la scuola un taglio di quasi 900 milioni di euro nel triennio 2026-2028. Giuseppe Valditara guarda solo al 2026 per nascondere la riduzione progressiva delle risorse. Inoltre, le somme indicate per il 2026 non sono nuovi fondi, ma semplice spesa corrente già prevista per supplenze e necessità ordinarie. Tutto questo avviene mentre si elargisce un bonus per chi manda i figli alle scuole private e a seguito di una manovra come quella dell'anno scorso che ha previsto tagli in organico per quasi 7.000 posti. Sono pronta a un confronto pubblico in qualsiasi momento con Giuseppe Valditara su questo e su qualsiasi altro tema che riguarda la scuola pubblica di questo Paese martoriata dal suo governo".

Ma i tagli alla scuola ci sono davvero?

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Con la legge di Bilancio, per il triennio 2026-2028, come si vede da questa tabella, la spesa di competenza del ministero dell'Istruzione passa dai circa 57 miliardi e 921 milioni del 2026 a 57 miliardi e 149 milioni per il 2028. In particolare, come si legge nella relazione che accompagna la manovra depositata al Senato, il testo autorizza, per lo stato di previsione del ministero dell'Istruzione, spese finali, in termini di competenza, pari a:

  • 57.921,3 milioni di euro nel 2026
  • 57.341,1 milioni di euro nel 2027
  • 57.149,2 milioni di euro nel 2028

Il calo è quindi effettivo per gli anni 2027-2028: la manovra prevede una riduzione progressiva di quasi 900 milioni di euro nel prossimo triennio. Inoltre, le somme indicate per il 2026 non sono nuovi fondi, ma spesa corrente già prevista per supplenze e necessità ordinarie.

La contro-replica del ministero

Poco fa il ministero dell'Istruzione ha diffuso un'ulteriore nota di chiarimento: "In relazione a nuove dichiarazioni di esponenti dell'opposizione, si ritiene necessario precisare ulteriormente quanto segue. Spiace constatare che, volendo fare polemica a tutti i costi anche su temi seri quali quelli dell'istruzione, si finisca col contestare dati di fatto inoppugnabili. Come noto, la legge di bilancio ha una valenza triennale: essa stabilisce in via definitiva gli stanziamenti per il primo anno del triennio – in questo caso il 2026 – e in termini solo previsionali per i successivi due anni. Questa legge di bilancio aggiunge, dunque, circa 960 milioni di euro al settore dell'istruzione, e questo è un fatto. Quanto agli anni successivi, pur considerando il valore solo previsionale, basti dire che essi, per quanto previsti in diminuzione rispetto al primo anno del triennio, recano dei livelli comunque superiori a quelli indicati nella precedente legge di bilancio. Ma più di tutto, la natura previsionale dello stanziamento previsto per gli anni successivi non tiene conto, per fare un esempio, di investimenti certi che saranno svolti in tali anni, pur non essendo, dal punto di vista contabile, ancora "formalmente" nel bilancio del MIM: si pensi, ad esempio, alle rilevanti risorse del contratto del comparto scuola 22-24 (siglato, ma ancora in via di certificazione) ed a quelle già riservate per il prossimo contratto 25-27″. Sostanzialmente il ministro Valditara ha ammesso il calo della spesa nel 2027 e 2028 denunciato dal M5s, ricordando che ci saranno comunque altri investimenti nel settore.

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