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Schengen, Piantedosi verso proroga sospensione: “Controlli al confine necessari per sicurezza nazionale”

Per Matteo Piantedosi la sospensione della convenzione di Schengen è stata fondamentale: la riattivazione dei controlli alle frontiere è stata decisa per evitare il ritorno degli attentati in Europa. Il ministro dell’Interno ha definito l’intervento sul confine italo-sloveno “una necessità per garantire la sicurezza nazionale”, per questo motivo la sospensione potrebbe durare tutto l’inverno.
A cura di Andrea Miniutti
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"Riattivare i controlli al confine sloveno è diventata una necessità per garantire la sicurezza nazionale": lo ha detto il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, parlando della sospensione della convenzione di Schengen durante un'intervista a Il Piccolo, un quotidiano locale della città di Trieste. Il confine con il Paese balcanico è stato chiuso lo scorso sabato in seguito alla decisione di sospendere lo spazio Schengen da parte di undici Stati europei della convenzione. La motivazione è legata alla paura di una nuova stagione terroristica nel continente in seguito all'acuirsi delle tensioni in Medio-Oriente.

La sospensione di Schengen potrebbe durare tutto l'inverno

Da quando è stato sospesa la convenzione, i cittadini che fanno parte dello spazio Schengen non possono più attraversare le frontiere liberamente, ma devono superare dei controlli ai propri documenti. Secondo Piantedosi, l'intervento del governo italiano – che è stato comunque concordato con i partner europei – era inevitabile: "Le analisi dell'intelligence e della nostra polizia di prevenzione ci hanno segnalato una ‘sensibilità' legata ai passaggi sulla rotta balcanica, lungo la quale alcuni Paesi offrono ospitalità e supporto a jihadisti". Per questo motivo sono stati riattivati i controlli, che nelle prime 48 ore hanno portato all'identificazione dei 3142 persone e all'ispezione di 1555 veicoli.

Il ministro ci ha tenuto ha specificare che si tratta di una misura temporanea che "durerà solo finché sarà opportuna secondo l'evoluzione dello scenario internazionale", tuttavia è "molto probabile" che la sospensione verrà prorogata per tutto l'inverno perché "sicuramente non basterà un'attuazione limitata ai primi dieci giorni". Siccome la durata sarà molto lunga, il 2 novembre si terrà un vertice con la Slovenia e la Croazia durante il quale ci cercherà anche di capire come "minimizzare l'impatto della misura sui frontalieri", visto che quel confine è fortemente interessato da questo tipo di lavoratori, "e in generale su tutti i cittadini dei nostri Paesi". Naturalmente, l'incontro servirà anche a consolidare il rapporto con i due partner balcanici, motivo per cui "le procedure di verifica non vengono effettuate a caso, ma in modo mirato".

Per Piantedosi il rischio di penetrazione terroristica è aumentato

Nella giornata di oggi, Piantedosi ha anche tenuto un'informativa al comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, durante il quale ha ribadito la sua preoccupazione per la situazione attuale:

Sussiste un concreto pericolo di effetto domino, cioè l'effetto della reintroduzione dei controlli da parte di alcuni Stati crea inevitabilmente un percorso di ingresso in danno dei Paesi che non assumono misure di chiusura. Anche per la frontiera esterna marittima è stato previsto il rafforzamento del dispositivo già in atto che prevede impiego di unità specializzate nella prevenzione del terrorismo impegnate in controlli a tappeto. Rammento a riguardo che stiamo subendo da mesi una forte pressione migratoria.

Ma il timore del ministro è strettamente legata alla gestione dei flussi migratori che interessano l'area balcanica e, quindi, l'Italia: infatti, secondo Piantedosi "è aumentato il rischio di penetrazione terroristica" lungo la tratta che attraversa quei Paesi, e ha ricordato che dall'inizio dell'anno sono stati 16mila i migranti irregolari che hanno varcato quel confine. Oltretutto, ha evidenziato come – paradossalmente – tutti questi controlli possono generare un numero maggiore ingressi nel nostro Paese: "Una complicazione aggiuntiva deriva dal fatto che il già elevato numero di attraversamenti illegali della frontiera lungo la rotta balcanica potrebbe subire un forte incremento in conseguenza dell'effetto combinato del ripristino dei controlli alle frontiere interne di Slovenia, Austria, Polonia e Repubblica Ceca".

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