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Scerra (M5s): “Aumentare spese militari significa anche più tasse a cittadini, non lo permetteremo”

“Abbiamo posto un tema di buon senso: no a un repentino e massiccio aumento delle spese militari perché andrebbe a scapito di fondi che possono essere utilizzati per sostenere famiglie e imprese. Chi si oppone a questo ragionamento ha perso il contatto con la realtà”: lo ha detto il deputato del Movimento Cinque Stelle Filippo Scerra in un’intervista con Fanpage.it.
A cura di Annalisa Girardi
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Credits: Facebook
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Si sarebbe chiuso l'accordo per il raggiungimento del 2% del Pil in spese militari al 2028, dopo le recenti fibrillazioni in maggioranza. Se dopo l'incontro tra il presidente Cinque Stelle, Giuseppe Conte, e il presidente del Consiglio, Mario Draghi, erano emerse tutte le distanze sul tema e i giornali avevano iniziato a parlare di crisi di governo, un'apertura del ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, ha favorito il compromesso. Abbiamo fatto il punto della situazione con Filippo Scerra, deputato del Movimento.

Il ministro Guerini ha parlato della possibilità di raggiungere l’obiettivo del 2% del Pil in stanziamenti militari al 2028, invece che al 2024 come previsto dagli accordi Nato: è un buon compromesso?

Si va nella direzione giusta, quella da noi auspicata fin dal principio. Come avviene spesso in politica, soprattutto nei confronti del M5S, si tende a sminuire i nostri meriti nell’ottenimento di un risultato o si tende a mistificare i fatti ma la verità è che fino a ieri eravamo solo noi a volere questa dilazione dei tempi: adesso abbiamo scoperto che la data del 2024 non è più un tabù. Diciamo che in molti hanno fatto un bel dietrofront. Tra l'altro, la dilatazione dei tempi ci permetterà di liberare subito risorse per ridurre bollette a famiglie e imprese, invece di impiegarle per un massiccio incremento di spese in difesa nei prossimi due anni.

Dall’incontro tra Conte e Draghi, però, erano emerse distanze abbastanza nette. Se l'accordo dovesse saltare il M5s è anche pronto ad affrontare una crisi di governo?

Siamo una forza responsabile e sarebbe impensabile pensare a una crisi di governo in una fase così delicata per il Paese. Ma siamo la prima forza di maggioranza relativa in Parlamento e abbiamo posto una questione politica che richiedeva una discussione interna. Non potevamo consentire forzature di alcun tipo da parte di un governo nato per altri scopi politici. Abbiamo solo posto un tema di buon senso: no a un repentino e massiccio aumento delle spese militari perché andrebbe a scapito di fondi che possono essere utilizzati per alleviare i costi delle materie prime di famiglie e imprese. Probabilmente gli altri partiti, mi riferisco a quelli che si oppongono a questo ragionamento, hanno un po' perso il contatto con la realtà.

Il segretario Nato Jens Stoltenberg ha detto di essere contento della decisione italiana di aumentare le spese militari, perché le scelte del nostro Paese hanno impatto anche sull'Alleanza: come giudica queste parole?

Ne siamo lieti, non abbiamo mai messo in discussione né la nostra appartenenza nel blocco euroatlantico né l’intenzione di non rispettare gli accordi con la Nato. Chiedevamo una dilatazione dei tempi dell’accordo, date le condizioni drammatiche in cui versano molti cittadini e imprese. Abbiamo centrato l’obiettivo.

Si rischiano spaccature interne al Movimento? Il ministro Luigi Di Maio ha espresso un’impostazione diversa rispetto al tema?

Non vedo alcun rischio di spaccature e, sinceramente, non mi pare che Di Maio abbia rilasciato dichiarazioni che si discostano dalla linea del MoVimento. In una fase così complessa è giusto che il suo impegno sia focalizzato sul lavoro che sta facendo perché si fermi l'invasione dell'Ucraina e finiscano le violenze.

Se il governo approvasse oggi uno scostamento di bilancio, per non mancare agli impegni Nato senza andare a pesare su altre voci di spesa, andrebbe bene? Il vostro è un argomento di priorità economiche o ideologico?

È un discorso di priorità per il nostro Paese. Noi del M5S preferiamo di gran lunga il concreto all'ideologico e, facendo un’analisi oggettiva dell’aggravio su famiglie e imprese generato dalla cosiddetta pandemia energetica, abbiamo più volte invocato un nuovo scostamento di bilancio per un reale sostegno finanziario per chi quegli aumenti non se li può permettere o per quelle aziende che rischiano di chiudere a causa di costi insostenibili. Quindi quel che chiediamo agli partiti è: dove si prendono i soldi per l'aumento delle spese militari? Lo scorso anno, nella legge di Bilancio, abbiamo faticosamente tagliato 8 miliardi di tasse. Non si può pensare adesso di mandare tutto in fumo investendone 12 di miliardi sulla Difesa, soldi che andrebbero a riaumentare le tasse o a tagliare servizi per i cittadini.

C’è chi accusa il M5s di incoerenza e dice che avete cambiato idea sulle spese militari tra Camera e Senato: come replicate?

Più che incoerenza possiamo parlare di incomprensioni al nostro interno. Alla Camera c’erano centinaia di odg al decreto Ucraina che sono stati votati a raffica, uno dopo l’altro. Ma la nostra linea politica è sempre stata netta e portata avanti da Giuseppe Conte.

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