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Sanità, le Regioni avvertono il governo: “Basta tagli, o faremo rincorso alla Corte Costituzionale”

La Conferenza delle Regioni ha posto un ultimatum al governo, chiedendogli di abrogare l’articolo del Pnrr che taglia 1,2 miliardi di euro destinati agli ospedali per interventi di sicurezza sismica. Altrimenti si rivolgerà alla Corte costituzionale.
A cura di Annalisa Girardi
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Sulle risorse per la sanità non è solo l'opposizione a dare battaglia, chiedendo maggiori investimenti per rilanciare il Servizio sanitario nazionale dopo la pandemia. Anche le Regioni avvertono il governo: basta tagli o la Conferenza si rivolgerà direttamente alla Corte costituzionale. In audizione sulle misure previste nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, la Conferenza delle Regioni ha posto un ultimatum, chiedendo al governo di abrogare l'articolo che taglia 1,2 miliardi di euro destinati agli ospedali per interventi di sicurezza sismica.

Su questo tema già i medici avevano chiesto di sedersi al tavolo per gestire insieme i fondi del Pnrr destinati all'edilizia ospedaliera. Ora anche le Regioni esigono che le voci di spesa eliminate su questo fronte vengano immediatamente ripristinate. Giorgia Meloni, per parte del governo, ieri sera intervenendo a Cinque Minuti ha detto: "La sanità è una questione molto complessa, tra l'altro noi mettiamo i soldi e non siamo quelli che li spendono, quelli che li spendono sono le Regioni. L'unica tesi che non si può sostenere è quella che abbiamo tagliato".

La presidente del Consiglio ha rivendicato ancora: "I numeri non sono opinioni. Il fondo sanitario nel 2024 arriva al massimo storico di sempre di 134 miliardi. Se volessimo fare un confronto, negli anni del Covid oscillava tra i 120 e i 122 miliardi, nel 2019, prima del Covid, stava a 115 miliardi. Anche il rapporto al Pil, il Fondo Sanitario del 2024 – quindi 134 miliardi di euro con previsione a 136 nel 2026 – quest'anno incide rispetto del 6,88%. Anche questo è verificabile ed è il dato più alto di sempre in rapporto al Pil, salvo nell'anno del Covid, quando però c'era un crollo del Pil. Poi abbiamo rifinanziato i piani regionali per l'abbattimento delle liste d'attesa con ulteriori 500 milioni. Abbiamo liberato con la tanto vituperata revisione del Pnrr altri 750 milioni di euro per la sanità".

Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza, ha commentato: "Siamo più che disponibili a trovare un percorso condiviso con il governo, ma vengano rifinanziati quegli interventi che riteniamo importantissimi per il sistema sanitario nazionale". Per poi concludere: "Utilizzeremo tutti i canali della collaborazione e, se non ci fossero, anche quelli di non collaborazione, se necessario, per tutelare il più possibile il Servizio sanitario nazionale".

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