Salvini propone una cauzione per chi organizza i cortei: perché non si può fare

Dopo le manifestazioni del 22 settembre, con oltre 80 piazze in tutta Italia scese in strada contro il genocidio a Gaza, l'occupazione della Palestina e il silenzio del Governo, in alcuni casi sfociate in blocchi ferroviari, portuali e tensioni con le forze dell'ordine, il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha lanciato una proposta destinata a far discutere: imporre una cauzione preventiva a chi organizza cortei e manifestazioni pubbliche. L'obiettivo, secondo il leader della Lega, sarebbe quello di garantire l'ordine pubblico e fare in modo che "chi provoca danni paghi di tasca propria". Al di là della polemica politica, resta una domanda fondamentale: una simile proposta è compatibile con la Costituzione italiana? La risposta, dal punto di vista costituzionale, è no.
La Costituzione parla chiaro
Il diritto di manifestare è sancito dall'articolo 17 della Costituzione, che garantisce la libertà di riunione pacifica e senza armi.
I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz'armi. Per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico, non è richiesto preavviso. Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica. Articolo 17 della Costituzione italiana
Le manifestazioni in luogo pubblico richiedono un semplice preavviso alla Questura, che può vietarle o modificarle solo per ragioni di sicurezza o ordine pubblico. Nessuna norma, oggi, dunque, prevede il pagamento di una cauzione per ottenere il via libera; l'idea di introdurre un versamento anticipato, magari da parte degli organizzatori, come forma di garanzia in caso di danni, rappresenterebbe dunque una novità assoluta per l'ordinamento italiano e anche una potenziale deriva pericolosa, che rischierebbe di trasformare un diritto fondamentale in un privilegio per pochi.
"Rischio di discriminazione economica"
A chiarire a Fanpage.it i profili di criticità costituzionale è Alfonso Celotto, professore ordinario di Diritto Costituzionale, che ha commentato così la proposta del leader della Lega: "Sappiamo bene che la libertà di riunione, di manifestazione del pensiero, di associazione sono libertà fondamentali della nostra Costituzione che ovviamente vanno contemplate con gli interessi degli altri. Ecco quindi quando c'è una manifestazione bisogna cercare di limitare anche i disagi per le altre persone e quindi bisogna trovare dei contemperamenti. Altra questione è quella degli eventuali danni durante una manifestazione o durante un corteo". Contemperare, in senso giuridico, significa trovare un equilibrio tra diritti diversi: da un lato, quindi, quello di manifestare, dall'altro, quello alla sicurezza, alla mobilità e alla tranquillità degli altri cittadini e cittadine. È un principio di proporzionalità, non un lasciapassare alla repressione o all'impedimento delle manifestazioni.
Celotto prosegue: "Parlo sulle manifestazioni a rischio, perché noi sappiamo che le manifestazioni che avvengono in luogo pubblico devono avere un preavviso alla Questura, solo un preavviso, lo dice l'articolo 17 della Costituzione. Può essere anche negato in casi di pericolosità o spostato per contemplare gli interessi, ancor più diventa oneroso pensare che invece la cauzione possa andare a limitare la possibilità di svolgere la manifestazione e diventi un discrimine economico".
Il punto più delicato sarebbe proprio questo: la cauzione preventiva rischia di diventare una barriera economica, che limiterebbe il diritto di manifestare a chi può permettersi di anticipare denaro, penalizzando così soprattutto movimenti spontanei e associazioni meno strutturate.
La responsabilità esiste già
"Ovviamente è giusto che chi crea danni paga ed è anche giusto che quindi ci possa essere in idea una forma di responsabilità. Ovviamente la responsabilità esiste, la difficoltà è attuarla con la cauzione, perché non deve diventare un limite allo svolgimento della manifestazione", dice ancora Celotti. Nel nostro ordinamento esistono già strumenti legali per punire chi commette violenze o danneggiamenti durante un corteo: la responsabilità penale e civile è individuale, e può portare a condanne, multe e obblighi di risarcimento; il problema semmai è l'effettiva esigibilità dei danni, non l'assenza di norme.
Nessun precedente in Europa
Neppure in Europa esistono precedenti simili: in alcuni Paesi, come Belgio o Slovenia, gli organizzatori possono essere chiamati a rimborsare i costi delle forze dell'ordine dopo l'evento, ma non si richiede alcuna cauzione preventiva. La proposta di Salvini si porrebbe dunque in netta controtendenza rispetto a tutti gli standard democratici europei e alle raccomandazioni internazionali, che invitano a non ostacolare l'esercizio della libertà di manifestazione.
La proposta di Salvini, nel suo attuale impianto, sembra invece spostare il peso sul cittadino, introducendo una barriera economica che rischia di colpire soprattutto le realtà più piccole, i movimenti spontanei e le associazioni meno strutturate, e in un sistema democratico, il diritto a manifestare non può diventare un privilegio.