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Salvini non blocca lo sciopero generale di domani, ma minaccia multe più dure in futuro

Non ci sarà la precettazione per lo sciopero generale di domani dopo la delibera della Commissione che lo aveva dichiarato illegittimo. La protesta è confermata ma sono in arrivo multe più severe per “chi non rispetta le regole”. Lo ha annunciato Matteo Salvini nell’informativa illustrata oggi in Cdm.
A cura di Giulia Casula
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Non ci sarà la precettazione per lo sciopero generale di domani ma sono in arrivo multe più severe. La protesta di domani convocata da Cgil e Usb per solidarietà verso la Global Sumud Flotilla resta confermata, ma il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, vuole alzare le sanzioni per "chi non rispetta le regole" in materia di sciopero. È quanto annunciato oggi nell'informativa presentata in Consiglio dei ministri per fare un punto sulla situazione degli scioperi nei trasporti.

Il ministro "ha auspicato buonsenso e responsabilità, confidando che sindacati e organizzazioni rispettino le regole", fanno sapere fonti della Lega. Inoltre "se si precetta non si risolve il problema ma si alimenta il clima già avvelenato in modo irresponsabile", aggiungono. Per il momento quindi, Salvini sembra voler evitare lo scontro diretto con i sindacati dopo il pronunciamento della Commissione di garanzia sugli scioperi che ha giudicato illegittimo lo stop di domani perché violerebbe l'obbligo di preavviso previsto. "In questa fase delicata Salvini non ritiene utili prove di forza e anzi si appella a sindacati, lavoratori e organizzazioni affinché scelgano la responsabilità e il rispetto delle regole", si legge nella nota diffusa dal Mit nel pomeriggio.

Lo sciopero è stato confermato anche dal segretario della Cgil Maurizio Landini e dalle altre sigle che presenteranno un ricorso al giudice del lavoro contro la delibera della Commissione. Al contempo dal Mit avvertono chi vi parteciperà "ne pagherà personalmente le conseguenze, come previsto dalla legge". In realtà a prescindere dalla decisione che sarà adottata dal giudice non potranno esserci sanzioni o multe per i lavoratori che vi aderiscono. Questo perché, in assenza di una precettazione, l'eventuale sanzione – se comminata – si applica alle organizzazioni sindacali che hanno proclamato il fermo e non può superare i 50mila euro.

La legge esistente punisce chi aderisce a scioperi illegittimi, ma per il futuro "pensiamo di cambiare la norma per inasprire le multe", sostengono da via Bellerio. La stretta prevede una revisione della normativa vigente sugli scioperi e in particolare delle sanzioni previste per chi incrocia le braccia senza rispettare le regole e che oggi possono oscillare dai 2.500 ai 50mila euro. "Una scelta simile alla richiesta di versare una cauzione per chi organizza manifestazioni (così, chi rompe paga)", aggiungono.

Cosa dice la legge sugli scioperi che Salvini vuole cambiare

Ma qual è la normativa che Salvini vorrebbe modificare e cosa dice? La legge in questione è la n° 146 del 1990 che disciplina l'esercizio del diritto di sciopero nel settore pubblico e prevede un obbligo di preavviso per le organizzazioni sindacali di almeno dieci giorni, per garantire i diritti di lavoratori e cittadini. Le disposizioni su preavviso minimo e di indicazione della durata non si applicano "nei casi di astensione dal lavoro in difesa dell'ordine costituzionale, o di protesta per gravi eventi lesivi dell'incolumità e della sicurezza dei lavoratori", si legge all'articolo 2 comma 7. Ed è proprio su questo punto che hanno insistito le sigle, che sostengono la legittimità dello sciopero. A motivare lo stop di domani sarebbe la grave situazione innescata dalla violazione del diritto internazionale da parte di Israele e il mancato intervento del governo italiano a sostegno degli attivisti della Flotilla.

La parte dedicata alle multe per gli scioperi illegittimi invece, si trova all'articolo 4 e riguarda nello specifico i sindacati che li organizzano, non i lavoratori che vi partecipano. "Nei confronti delle organizzazioni dei lavoratori che proclamano uno sciopero, o ad esso aderiscono in violazione delle disposizioni di cui all'articolo 2, sono sospesi i permessi sindacali retribuiti ovvero i contributi sindacali comunque trattenuti dalla retribuzione, ovvero entrambi, per la durata dell'astensione stessa e comunque per un ammontare economico complessivo non inferiore a euro 2.500 e non superiore a euro 50.000 tenuto conto della consistenza associativa, della gravità della violazione e della eventuale recidiva, nonché della gravità degli effetti dello sciopero sul servizio pubblico", si legge.

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