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Salvini dice che non voterà contro il buonsenso e chiede al Cdm di modificare il nuovo decreto Covid

“Non mi va di votare qualcosa che vada contro l’utilità comune e il buonsenso. Non me l’ha scritto il dottore di approvare cose che non mi convincono. Sono leale al governo e mi fido di Draghi, ma no a chiusure a oltranza”: lo ha detto Matteo Salvini, chiedendo al Cdm che si riunirà tra poche ore di rivedere la bozza del nuovo decreto Covid.
A cura di Annalisa Girardi
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"Votare qualcosa contro l’utilità e il buon senso non mi va, non me l’ha prescritto il dottore di votare qualcosa di cui non sono convinto. Ho scritto a Draghi, mi auguro prima del Cdm si arrivi a una soluzione di buon senso", così Matteo Salvini, parlando con i giornalisti a margine della Maratona per la libertà di Confedilizia, ha commentato il programma di riaperture che tra poche ore finirà sul tavolo del Consiglio dei ministri. Un piano, quello delineato dalla bozza girata nelle ultime ore, che secondo la Lega non è abbastanza coraggioso e andrebbe quindi modificato.

Il leader del Carroccio continua a chiedere che dal prossimo 26 aprile possano riaprire subito tutte le attività, anche al chiuso, e che venga posticipato o rimosso completamente il coprifuoco. "Siamo in una fase di controllo: 300mila vaccini al giorno, sono guariti più di 3 milioni, la macchina sta funzionando, mortificare alcuni settori imprenditoriali e commerciali mi sembra illogico e scientificamente infondato. Meglio al ristorante che in 15 in una casa", ha sottolineato Salvini. E ancora: "Io chiederei l’estensione dell’orario per uscire la sera, e di riaprire alcune attività economiche. Non è una richiesta di Salvini ma di tutte le regioni italiane e di tutti i colori politici, da Zingaretti a Bonaccini, nessuno chiede 200mila persone al concerto, però se posso mangiare al tavolino fuori posso mangiare anche dentro".

Al Consiglio dei ministri in programma per il pomeriggio, quindi, la Lega secondo quanto annunciato dovrebbe proporre la riapertura dai primi di maggio anche al chiuso e la possibilità di potersi spostare almeno fino alle 23, anche in modo da permettere anche al settore della ristorazione di lavorare a pieno.

Secondo il segretario del Carroccio con il Pass verde, nonostante ci siano ancora molte questioni da definire – "non c’è scritto per chi, perché, chi paga, facciamo finta non ci siano problemi di privacy…") – si possono pianificare riaperture più generalizzate: "Se io mi faccio un tampone, a carico dello Stato, io perché non posso andare al ristorante al chiuso? Se mi chiedi il certificato verde mi riapri tutte le attività, perché non posso andare in palestra, in piscina o al luna park?", ha commentato.

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