Saldo Imu, oggi scade il pagamento della seconda rata su seconde case e altri immobili

Oggi, 16 dicembre, scade il termine per il pagamento del saldo Imu, l'ultima rata dell'imposta municipale propria per il 2025. Alla cassa sono chiamati circa 25 milioni di immobili, che a giugno avevano già versato l'acconto; un'operazione che vale complessivamente circa 11 miliardi di euro, una cifra analoga a quella incassata con la prima rata.
Chi deve pagare entro oggi
A dover pagare oggi non sono le abitazioni principali, che restano escluse salvo i casi delle case di lusso (categorie catastali A/1, A/8 e A/9), ma tutte le altre tipologie di immobili. Il peso maggiore ricade infatti sulle seconde case, che sono circa 5,8 milioni, sugli immobili affittati (circa 3,6 milioni) e su quelli concessi in comodato gratuito (oltre 700mila); nel conteggio rientrano anche negozi, uffici, studi professionali e capannoni, spesso tassati con aliquote molto elevate, soprattutto nei grandi Comuni, dove in molti casi si è arrivati ai livelli massimi consentiti dalla legge.
Quanto si paga e come si calcola il saldo
Dal punto di vista pratico, nella maggior parte dei casi il saldo da versare oggi è uguale all'importo pagato a giugno. La cifra cambia solo se nel corso dell'anno il Comune ha modificato le aliquote; proprio per questo, a livello nazionale, il gettito atteso per il saldo è simile a quello dell'acconto: circa 11 miliardi di euro.
La parte più consistente dell'Imu finisce nelle casse dei Comuni, che complessivamente incassano intorno ai 18 miliardi di euro all'anno. Allo Stato vanno invece le entrate legate agli immobili produttivi e terziari classificati in categoria catastale D, per un gettito che sfiora i 4 miliardi di euro. Il calcolo dell'imposta dipende poi principalmente da due elementi: rendita catastale e aliquota comunale; per le abitazioni, la rendita viene rivalutata e trasformata in valore catastale applicando la formula: rendita catastale × 1,05 × 160.
Su questo valore si applica poi l'aliquota decisa dal Comune. Per esempio, con una rendita di 800 euro e un'aliquota dell'1,06%, l'imposta annua arriva a 1.424,64 euro, da dividere in due rate uguali: una già pagata a giugno e l'altra, pari a 712,32 euro, in scadenza oggi.
Rendite stabili, aliquote più variabili
Nel tempo è piuttosto raro che cambi invece la rendita catastale, se non in casi specifici come ampliamenti, modifiche strutturali importanti o ristrutturazioni profonde. Molto più frequenti, invece, sono le variazioni delle aliquote comunali, soprattutto nei Comuni più piccoli che hanno ancora margini di manovra fiscale. Secondo le elaborazioni più recenti, per il 2025 risultano pubblicate quasi 7.700 delibere comunali di aggiornamento delle aliquote Imu.
In 1.108 Comuni almeno un'aliquota è stata aumentata rispetto al 2024, mentre 671 amministrazioni hanno scelto di ridurre almeno una delle aliquote; in altri 155 casi si è intervenuti in modo selettivo, aumentando alcune aliquote e diminuendone altre.
Per chi deve pagare oggi, quindi, insomma, la regola resta una: verificare l'aliquota aggiornata del proprio Comune e controllare che non ci siano state variazioni rispetto all’acconto di giugno. Solo così si può essere certi di versare l’importo corretto ed evitare sanzioni o conguagli futuri.