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Roccella dice che tutti i bambini hanno pieni diritti, anche i figli di famiglie arcobaleno

La ministra della Famiglia torna sui diritti dei figli di famiglie arcobaleno e attacca: “Tutti i bambini in Italia hanno pieni diritti, perché c’è la registrazione da parte del genitore biologico”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il governo Meloni non ha nessuna intenzione di fare un passo indietro sul riconoscimento delle famiglie arcobaleno, né un passo avanti sui diritti civili. Dopo la manifestazione Le città per i diritti, che si è tenuta ieri a Torino, durante la quale molti sindaci ed esponenti politici si sono riuniti per ribadire il loro sostegno alle famiglie omogenitoriali, la ministra Roccella è intervenuta replicando, ancora una volta, a chi chiede al governo di smetterla di discriminare i bambini. Intervistata dalla Stampa, la ministra della Famiglia ha ribadito il solito concetto: "Tutti i bambini in Italia hanno pieni diritti, perché c'è la registrazione da parte del genitore biologico, come per i figli di mamme single".

"Per il partner, privo di legame biologico, il punto d'incontro è la sentenza della Cassazione che delinea una procedura semplice – ha insistito Roccella – l'adozione in casi particolari, una garanzia per il bambino che si usa anche per le coppie eterosessuali". Altrimenti "dovremmo riconoscere come legame il contratto di utero in affitto, cioè un reato". E ancora: "Perché non chiamare la Gpa utero in affitto? La verità è che si vuole mascherare il punto fondamentale e cioè il passaggio di denaro e il contratto – ha ribadito la ministra della Famiglia – Si tratta di un rapporto di mercato".

Il limite di questo discorso è sempre lo stesso, evidenziato ieri durante la manifestazione di Torino: cosa succede, ad esempio, se il genitore non biologico resta vedovo o si separa? La soluzione trovata grazie alle sentenze è quella dell'adozione, ma dalle opposizioni – e da un gran numero di sindaci italiani, non solo di centrosinistra – arriva la richiesta forte di una legge in merito, che possa evitare di lasciare il destino di migliaia di bambini in mano alle pieghe della burocrazia.

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