Rincari sul diesel nel 2026, il governo aumenta le accise in Manovra: come cambiano i prezzi

Rivoluzione dei prezzi al distributore dal 2026: per la benzina ci sarà un calo di 4,05 centesimi al litro, mentre per il diesel il prezzo salirà della stessa quantità. Stando alla bozza circolata in queste ore, nella legge di bilancio il governo ha deciso di rinunciare al piano varato mesi fa, quando aveva previsto degli aumenti graduali da circa un centesimo all'anno per cinque anni. Via il cerotto, e già dal 1° gennaio 2026 le accise di benzina e gasolio saranno portate sullo stesso livello.
L'idea era nata a fine 2024, quando nel Piano strutturale di bilancio l'esecutivo aveva dichiarato l'intenzione di rendere uguali le due accise, alzando una e abbassando l'altra, per allinearsi con le norme che contrastano i sussidi dannosi per l'ambiente. A marzo la riforma aveva preso forma con un decreto, mirando appunto a tagli e aumenti graduali nel giro di cinque anni. A maggio, il primo rialzo del diesel e calo della benzina.
Di quanto aumenta il prezzo del diesel e quanto diminuisce sulla benzina
Nel 2026 avrebbe dovuto arrivare un'altra variazione di un centesimo, al massimo un centesimo e mezzo. Ma evidentemente il governo ha deciso di accelerare. E così, nel testo disponibile al momento e ancora non ufficiale, si legge che "a decorrere dal 1° gennaio 2026" parte una "riduzione dell’accisa sulle benzine nella misura di 4,05 centesimi di euro per litro" e un "aumento, nella medesima misura, dell’accisa applicata al gasolio impiegato come carburante".
In questo modo, le accise diventano ufficialmente uguali. Si pagano 672,90 euro ogni mille litri (circa 67 centesimi al litro), sia per la benzina che per il diesel. Resta da vedere se, durante i lavori parlamentari sulla legge di bilancio, qualcuno dei partiti si metterà di traverso – magari temendo ripercussioni da parte dell'elettorato – e chiederà di tornare a cambiamenti più graduali.
Chi sarà esentato dai rincari sul diesel
Resteranno comunque in vigore le esenzioni già varate in passato. Per il gasolio usato in "lavori agricoli, orticoli, in allevamento, nella silvicoltura e piscicoltura e nella florovivaistica, gli aumenti delle accise non si applicheranno. E neanche per il diesel che viene impiegato per alimentare "motori fissi, permanentemente installati su strutture ancorate al suolo o su macchine semoventi non ammesse alla circolazione su strada ad uso pubblico", che si usano "all'interno di delimitati stabilimenti industriali, agricolo-industriali, laboratori, cantieri di ricerche di idrocarburi e di forze endogene e cantieri di costruzione e azionamento di macchine impiegate nei porti".
C'è poi una novità sul modo in cui verranno usati i soldi incassati con questo aumento delle accise. Il primo incremento, quello da 1,5 centesimi varato a maggio, era servito per il fondo dedicato al rinnovo contrattuale dei lavoratori del trasporto pubblico locale. Questo, più sostanzioso, sarà invece dedicato alla riforma fiscale. La stessa riforma che, nella manovra 2026, prevede un taglio di due punti dell'Irpef per i redditi sopra i 28mila euro.