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Renzi sfida Grillo: “Faccia degli accordi, cambieremmo la storia italiana”

Il segretario del PD rilancia la proposta della trasformazione del Senato in una Camera degli Enti Locali per “risparmiare un miliardo di euro, altro che i 40 milioni di rimborsi elettorali cui hanno rinunciato i grillini”.
A cura di D. F.
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Il 2014 di Matteo Renzi inizia con una strizzata d'occhio al Movimento 5 Stelle. In un'intervista al Fatto Quotidiano il segretario del Partito Democratico ha invitato a trasformare il Senato in una Camera degli Enti Locali per "risparmiare un miliardo di euro, altro che i 40 milioni di rimborsi elettorali cui hanno rinunciato i grillini". "Se sei presidente di una Regione o sindaco, sei automaticamente senatore, senza indennità aggiuntive. E in Senato puoi esprimere il tuo parere solo sulle materie, quelle che riguardano gli enti locali. Finisce il bicameralismo perfetto e macchina burocratica drasticamente semplificata", ha detto il democratico. "Basterebbe un sì dei senatori Cinque Stelle e cambieremmo la storia italiana. Ma loro nicchiano, chissà perché…", ha affermato il sindaco di Firenze. "Alcune battaglie, anche sacrosante, del M5s possono essere portate a termine solo se i cittadini pentastellati fanno accordi", ha Renzi, prima di attaccare il comico genovese: "Sui costi della politica, Grillo ha rinunciato alla propria quota di finanziamento, per circa 40 milioni di euro, ma sul voto che, bloccando le Province, porta a un risparmio come minimo dieci volte più grande, non solo i Cinque Stelle sono stati contrari ma addirittura hanno fatto ostruzionismo agli ordini del compagno Brunetta".

Renzi ha dichiarato: "Per i parlamentari cinque stelle il 2014 sarà l’anno chiave, quello in cui devono decidere se cambiare forma mentis: ci sono quelli che credono alle scie chimiche e ai microchip nel cervello, e questi fanno ridere, ma sta anche nascendo un gruppo dirigente molto interessante. Su alcuni temi hanno fatto cose giuste, sul Milleproroghe, sugli affitti d’oro della Camera. Ma le loro posizioni sono passate solo perché qualcuno del Pd ha deciso che bisognava andare in quella direzione, in altri casi l’iniziativa è stata nostra, come per bloccare l’emendamento sulle slot machine".

Dove non sembrano esserci possibilità di contatti è sul tema dell'uscita dall'Euro dell'Italia: "Uscire oggi dall'euro avrebbe ripercussioni decisamente negative sulla vita degli italiani, schizzerebbero i tassi di interesse, sarebbe più difficile lavorare per le imprese, si indebolirebbe ancora la capacità d'acquisto delle famiglie. Sono pronto a una discussione, ma nel merito sono in disaccordo. L’eccesso di tecnocrazia nella gestione dell'euro si risolve non eliminando l'euro, ma riportando la politica a fare il suo mestiere", ha chiosato Renzi.

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