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Renzi: “Riforma costituzionale è l’arma contro inciuci e ammucchiate”

“Il referendum costituzionale è lo spartiacque per capire se il Paese è governabile o no”, così il premier intervenendo all’assemblea dei giovani di Confindustria. Sul Sud: “Non credo sarà salvato dalle riforme”.
A cura di Susanna Picone
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“Il referendum è lo spartiacque per capire se il Paese è governabile o no, la riforma costituzionale è l'arma contro gli inciuci e le ammucchiate”: è quanto il premier Matteo Renzi ha detto intervendo al convegno dei Giovani di Confindustria a Santa Margherita Ligure. “Chiunque verrà dopo di me a governare – ha detto Renzi – deve sapere che se pigia un testo succede qualcosa. Se Obama pigia un tasto succede qualcosa, se Merkel pigia un tasto succede qualcosa. Da noi se pigi un tasto non c'è neanche il filo collegato. Da noi c'è un sistema fatto per non cambiare le cose. Si parla di dittatura ma questa è l'unica dittatura in cui il presidente del Consiglio non può cambiare un ministro, c'è un sistema totalmente bloccato”. In difesa del referendum, il premier ha detto che chiunque verrà dopo di lui potrà governare. “La politica deve consentire al Paese di funzionare in modo efficace. Da noi chi ce l'ha fatta all'estero molto spesso ce l'ha fatta nonostante lo stato italiano”, così ai Giovani di Confindustria.

Nel Mezzogiorno finire le opere incompiute – Parlando del Sud il premier ha detto di non credere che “sarà salvato dalle riforme”. “Ci sono varie dinamiche per affrontare il tema Mezzogiorno: noi abbiamo scelto una dinamica che è forse quella più banale, abbiamo detto ‘terminiamo prima quello che era aperto da anni'. Storicamente al Mezzogiorno – non dico sia stato derubato – è stato portato via tanto di quel che c'era. Ma è anche vero che una parte della classe dirigente del Paese ha fallito, non ha risposto all'appello della storia. E poi c'è un grande tema legato alla legalità non solo al Sud”. Nel suo ampio intervento Renzi ha parlato anche della Brexit, definita “un clamoroso errore per il Regno Unito e per l'Europa”. Secondo il premier un'uscita del Regno Unito dalla Ue “sarebbe una perdita per il cittadino europeo”.

Il premier contestato a Lucca – “Se l'Italia vuole stare in equilibrio, deve correre. Il Paese non lo cambia chi urla, chi contesta, chi fischia ma chi rischia. Si può anche sbagliare, ma ci almeno ci proviamo”, è quanto Renzi aveva detto parlando a Lucca al convegno sul Terzo Settore organizzato dal Centro nazionale per il volontariato. Al suo arrivo il premier è stato accolto da una contestazione. I manifestanti sono stati tenuti a debita distanza da un cordone delle forze dell'ordine dal complesso della chiesa di San Francesco. “Noi in due anni – ha detto parlando al convegno – con le nostre riforme fatte, abbiamo sparecchiato il tavolo dai problemi del passato. In Italia può cominciare finalmente il futuro”.

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