Renzi: “Nel 2017 abbasseremo le imposte alle aziende. Ires passerà dal 27,5 al 24%”

In una lunga intervista concessa a Radio Rtl 102.5, il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha annunciato che nel 2017 verrà abbassata l'Ires, ovvero l'imposta sul reddito delle società, dal 27,5% al 24% per le società di capitali e che diminuirà anche l'Iri, ovvero l'imposta sul reddito imprenditoriale, per le società di persone, che passerà al 24%. Non solo, il presidente del Consiglio ha inoltre dichiarato che sarebbero allo studio alcuni interventi per i lavoratori autonomi e che il piano di detassazione che intende avviare serve perché per creare lavoro "bisogna abbassare le tasse, e continueremo a farlo". Seguendo questo ragionamento, il capo del Governo ha inoltre sottolineato che proprio in virtù del fatto che una detassazione dei redditi da lavoro è necessaria, non verrà eliminato il cosiddetto "bonus 80 euro", ovvero la detrazione fiscale prevista per i redditi da lavoro dipendente fino a 26.000 euro lordi annui. "Noi non interveniamo ad alzare le tasse, quello che già c'è rimane. Abbasseremo ancora il canone Rai per il prossimo anno. Poi sento dei politici che dicono che non bisogna abbassare le tasse: son bellini eh…", ha chiosato, sottolineando inoltre che l'esecutivo prevede di estende il cosiddetto "super ammortamento" relativo ai beni d'impresa: "Se un imprenditore mette i soldi nella sua azienda va agevolato, e gli faremo pagare meno tasse se quelle tasse le mette nell'azienda".
Per quanto riguarda il prodotto interno lordo italiano, Renzi si dice ottimista e sostiene si debba guardare in maniera positiva al futuro, nonostante l'ultimo bollettino dell'Istat abbia rilevato una crescita zero nell'ultimo trimestre e una flessione del dato annuale: "Penso che ci sarà un segno positivo perché, ad esempio, i servizi sono aumentati e quindi è probabile l'aumento. Ma non è lo zero virgola che fa la differenza, il punto è che l'Italia sta riducendo il deficit, la Spagna fa il 5% di deficit e se facessimo così anche noi avremmo 50 miliardi di euro in più da spendere. Noi lavoriamo passo dopo passo, io lavoro per il futuro per far tornare la voglia di investire", ha dichiarato il premier.
Capitolo terremoto, Renzi difende la scelta di Vasco Errani come commissario per la ricostruzione dei territori devastati dal sisma dello scorso 24 agosto: "Il sisma ha interessato quattro Regioni, potevamo fare quattro commissari per accontentare tutti o farne uno che parla con tutti: Errani era commissario per l’Emilia, si è tirato su le maniche e ha tenuto botta, l’esperienza è fondamentale e lui è uno capace di sapere dove mettere le mani". Inoltre, il presidente del Consiglio ha sottolineato come non sia possibile sostenere che l'Italia – sia pur con un programma di ristrutturazione antisismica – possa dirsi a "rischio zero" per quanto riguarda gli eventi tellurici: "Non abbiamo solo un problema di terremoto, un Paese come l’Italia non sarà mai a rischio zero. Ma è inaccettabile anche l’opposto, ovvero non occuparsene pensando che tanto è inutile. So che non riusciremo mai ad azzerare i rischi legati alla natura ma comunque bisogna ridurli. Sui lavori per la ricostruzione noi i soldi ce li prendiamo, l’ho ribadito anche ieri alla Merkel. Sulla tutela della scuola dei miei figli non guardo in faccia a nessuno. Non sprecheremo i soldi del contribuente, nessun intervento a capocchia; perciò cercheremo i migliori", ha concluso.
Con riguardo alla polemica montata ieri, relativa alla campagna di sensibilizzazione "Fertility Day", Renzi ha dichiarato: "Non conosco nessuno dei miei amici che fa un figlio perché vede un cartellone pubblicitario". E poi, ancora, ha spiegato di essere all'oscuro della campagna, di non essere stato informato da nessuno: "Non ne sapevo niente, non l’ho neanche vista. Se vuoi creare una società che scommetta sul futuro e torni a fare figli devi intervenire sulle cose strutturali. La questione demografica esiste, ma la vera questione è un ragionamento complessivo". Insomma, il presidente del Consiglio pare non aver apprezzato molto l'oggetto della polemica di questi giorni, però invita comunque alla calma e cerca di smorzare le polemiche. "Le persone fanno figli se possono finalmente avere un lavoro a tempo indeterminato, investire su un mutuo, avere l’asilo nido sotto casa. Questa è la vera campagna. Abbiamo fatto anche interventi fiscali, ma servono le condizioni strutturali. Litigare su una campagna di comunicazione, non credo sia un tema".