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Renzi avanti a colpi di decreti. Ma minoranze e Boldrini sul piede di guerra

Critiche al governo sul costante ricorso ai decreti, giustificato dal premier evitare l’ostruzionismo in Parlamento. La minoranza Pd insorge, la Boldrini chiede più rispetto per le minoranze. Ma il premier tira dritto.
A cura di Biagio Chiariello
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Da una parte la volontà di andare avanti con le riforme, dall’altra la consapevolezza che le acque nella minoranza PD (e non solo) si fanno sempre più agitate. Dal Jobs Act all’Italicum fino all’eccesso di decreti, le nuove e vecchie opposizioni al Governo Renzi si fanno sempre più concrete. E sullo sfondo c’è la convention di marzo che potrebbe riunire le varie anime le minoranze interne al segretario sulla base di un concetto, “a sinistra, ma nel Pd”. "Al di là delle polemiche dei sindacati, della sinistra radicale, della Lega Nord, di Grillo e di Forza Italia, noi con molta serenità, con il sorriso sulle labbra, abbiamo un compito: portare l'Italia nel futuro e gli slogan ideologici non ci fermeranno". Lo ha detto il premier Matteo Renzi da Parigi. "Saremo in grado di fare qualche decreto in meno se le opposizioni faranno qualche atto di ostruzionismo in meno", ha aggiunto.

Landini e Boldrini vs. Renzi

Ma nonostante l’ostentata sicurezza, Matteo Renzi è impegnato, in queste ore, a confrontarsi non solo con la minoranza pd, ma anche con due ‘new entry’ come Maurizio Landini e Laura Boldrini. “Sono d'accordo che il governo abbia bisogno di tempi certi ma bisogna anche dare alle opposizioni le garanzie", ha detto infatti la presidente della Camera, appoggiando le opposizioni che denunciano l'eccessivo ricorso del governo ai decreti. E nei prossimi giorni Lega e Fdi si recheranno da Mattarella, giovedì toccherà alla delegazione grillina. Minimo comune denominatore da inoltrare al capo dello Stato è la protesta per il numero eccessivi di decreti.

Scissione pd (area Civati) in Sicilia

Il premier Renzi prosegue però per la sua strada e risponde a Landini: "Io un presidente non eletto? E' il Parlamento ad assicurare la fiducia al governo", è la replica al segretario della Fiom, che lunedì parlava di democrazia a rischio. Una precisazione sulla punzecchiatura in merito al numero degli iscritti ("la Fiom ha più iscritti del Pd"), arriva da una nota del vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini che fa sapere come gli iscritti a un partito "vivo e radicato nel territorio" nel 2014 siano stati "366.641". Una cifra destinata, sembra, a diminuire., almeno in Sicilia dove 600 esponenti dell'area Civati hanno deciso di girare le spalle al Pd per creare una forza politica che guardi a Sel.

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