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Regno Unito, chi vuole trasferirsi dovrà conoscere già l’inglese: cosa cambia con le nuove regole

Ora gli italiani che vorranno trasferirsi per studiare o lavorare in Regno Unito, dovranno conoscere l’inglese per ottenere un visto, mentre per i lavori qualificati sarà richiesta la laurea. La nuova stretta sull’immigrazione è stata annunciata ieri dal premier britannico Keir Starmer e ha già fatto discutere anche in Italia.
A cura di Giulia Casula
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Il premier inglese Keir Starmer vuole evitare che la Gran Bretagna diventi "un'isola di stranieri". Lo ha detto ieri mentre illustrava le nuove misure per contrastare l'immigrazione regolare verso il Regno Unito. Chi vorrà trasferirsi per studiare o lavorare a Londra, dovrà dimostrare di conoscere bene la lingua per ottenere un visto e per i lavori qualificati sarà richiesta la laurea. 

L'obiettivo è quello di "riprendere finalmente il controllo dei confini", ha spiegato Starmer. "Tutti gli aspetti del sistema di immigrazione, compresi quelli relativi al lavoro, al ricongiungimento familiare e ai visti di studio, saranno rafforzati in modo da poterli controllare meglio", ha affermato durante la conferenza stampa.Le nuove restrizioni sono contenute nel Libro Bianco presentato in Parlamento e dovrebbero permettere di "scegliere chi viene qui, in modo che l'immigrazione sia al servizio del nostro interesse nazionale". Tutte le tipologie di visto, da quello per lavoratori a quello per studenti, saranno sottoposti a una stretta.

Cosa cambia per chi vuole trasferirsi in Uk per lingua inglese e laurea

In primo luogo, chi vorrà trasferirsi per motivi di studio o lavoro dovrò conoscere la lingua prima di ricevere un permesso. I livelli di conoscenza dell'inglese vengono aumentati rispetto a quelli attuali, il che significa che non sarà più possibile trasferirsi senza aver prima una buona preparazione. Quindi, gli italiani che decideranno di andare Londra e trovare un impiego per imparare l'inglese non potranno più farlo. Non solo, nel caso di lavori qualificati occorrerà avere come titolo di studio minimo la laurea.

Fra le misure c'è anche l'estensione da cinque a dieci anni del periodo necessario per ottenere il permesso di residenza permanente. Particolari categorie di lavoratori molto richieste come infermieri, medici, ingegneri e manager nel campo dell'intelligenza artificiale, potranno presentare  la domanda prima.

Gli immigrati saranno penalizzati pure nei lavori non qualificati. Ad esempio chi si trasferisce e vuole iniziare a lavorare come commesso in un negozio, avrà molte meno possibilità di un cittadino britannico, a causa delle penalizzazioni previste per le imprese che non sceglieranno loro connazionali. Per quel che riguarda il settore assistenziale e sanitario poi, non sarà più assumere badanti e caregiver direttamente dall'estero.

Tajani: "Gli studenti non sono un rischio migratorio"

Le misure sono state criticate dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani. "Gli studenti non sono un rischio migratorio, sono altri i rischi, e credo che così si perdano opportunità", ha detto, con l'auspicio che i giovani italiani "potranno continuare a venire a studiare l'inglese anche in Gran Bretagna". Ma le nuove norme non sembrano aver incassato l'approvazione neppure a livello nazionale. L'organizzazione in difesa dei migranti Care4Calais ha accusato il premier laburista di "alimentare il fuoco dell'estrema destra", mentre alcuni deputati della maggioranza hanno denunciato la "vergognosa e pericolosa" la "retorica anti-migranti" di Starmer.

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