Regionali in Puglia e Veneto, da dove vengono i voti per Decaro e Stefani: l’analisi dei flussi elettorali

L'analisi dei flussi elettorali del consorzio Opinio Italia per la Rai, condotta sulle ultime elezioni regionali in Puglia e Veneto, con un confronto rispetto alle regionali del 2020 e rispetto alle elezioni europee del 2024, dimostra che il candidato risultato vincente in Veneto, cioè Alberto Stefani, ha sostanzialmente riportato ai seggi l'elettorato di centrodestra delle precedenti tornate, quello che aveva votato per Zaia. Mentre il dem Antonio Decaro in Puglia è riuscito nell'impresa di portare nel suo bacino elettorale non solo i voti del centrosinistra, ma anche quelli di coloro che avevano in precedenza votato Fratelli d'Italia, Forza Italia e Lega, attirando circa un terzo degli elettorati dei tre partiti della maggioranza.
Analizzando nel dettaglio i flussi di voto in Veneto, ha votato per Alberto Stefani, eletto con il 64,4%, l'85% delle persone che nel 2020 avevano votato per Zaia; il 4% delle persone che nel 2020 avevano votato per Arturo Lorenzoni (Centrosinistra); il 6% di coloro che avevano votato nel 2020 per il pentastellato Enrico Cappelletti (M5s); e il 45% degli astenuti nel 2020. Il dem Giovanni Manildo, invece, che ha portato a casa un 28,9%, ha pescato un po' meno dagli astenuti (il 42% degli astenuti 2020 ha votato per lui); nel suo bacino elettorale si rintraccia solo il 9% dei votanti per Zaia; hanno votato per lui il 91% degli elettori di Lorenzoni e l'84% di coloro che nel 2020 avevano votato per Cappelletti.
Rispetto alle europee del 2024, un dato balza all'occhio: ha votato per Stefani non solo l'elettorato di Fdi, Lega a Forza Italia, ma anche un bacino di elettori del Pd e del M5s. Lo spostamento di voti c'è stato da sinistra a destra in quantità maggiore rispetto allo spostamento da destra a sinistra: se infatti ha votato per il candidato leghista il 5% dell'elettorato Pd delle ultime europee e l'8% dell'elettorato M5s, per Manildo si sono mobilitati il 3% degli elettori di Fdi, il 4% degli elettori di Forza Italia e chiaramente solo l'1% degli elettori del Carroccio.


Il caso Puglia: Decaro riporta alle urne gli astenuti e ruba voti al Cdx
In Puglia, dove Decaro è stato eletto con il 64% dei voti, battendo il civico di centrodestra Lobuono, fermo al 35%, il neo presidente eletto è riuscito a traghettare dalla sua parte una buona fetta dei voti di coloro che avevano votato per Fitto nel 2020: addirittura il 20% degli elettori di Fitto ha scelto di sostenere l'eurodeputato dem. Decaro poi ha confermato il 90% dei voti per il presidente uscente Emiliano, il 76% dei voti per Laricchia (M5s) e addirittura ha convinto a votare chi aveva preferito restare a casa nel 2020 (il 57% degli astenuti). Rispetto alle ultime elezioni europee, il movimento di voti è ancora più chiaro: ha votato per Decaro il 31% degli elettori di Fdi, il 30% degli elettori azzurri, il 28% di coloro che avevano votato Lega e naturalmente il 97% del bacino elettorale Pd e l'88% di quello pentastellato.


Gigliuto (Piepoli) a Fanpage.it: "Decaro è l'unico presidente ad aver fatto meglio del predecessore"
Il sondaggista Livio Gigliuto, presidente dell'istituto Piepoli, ha commentato a Fanpage.it l'analisi dei flussi elettorali condotta dal consorzio Opinio Italia per Rai: "Ieri si è votato in tre Regioni. In due di queste, Campania e Veneto, il candidato che ha vinto, ha vinto bene, ma ha vinto un po' meno bene del predecessore. Prendiamo il caso di Luca Zaia, che aveva avuto il 77%, e adesso Stefani ha avuto un eccellente over 60%, esattamente il 64,4%. Fico viene dopo De Luca, che aveva preso quasi il 70%, mentre il pentastellato porterà a casa il 60,6%. Quindi anche lui benissimo, però un po' meno del suo predecessore", ha sottolineato.
"In Puglia Decaro, invece, ha fatto più del suo predecessore. È l'unico dei tre presidenti eletti ad aver fatto più del suo predecessore, perché Emiliano non era arrivato al 50%, aveva vinto con il 47%. Allora c'era anche in corsa un candidato del M5s, Laricchia, che aveva preso l'11%. Sommando questa percentuale a quella di Emiliano si arriva circa al 58%. Decaro è arrivato al 64%. La Puglia da questo punto di vista è un unicum", ha spiegato il sondaggista a Fanpage.it.
"Cosa si vede dai flussi in Veneto? Stefani ha vinto come ci si aspetta che vinca uno che è candidato dopo Zaia: ha recuperato tutti quelli che avevano votato per l'ex presidente nel 2020. Il candidato del centrosinistra, Giovanni Manildo, non è riuscito ad attivare un flusso dall'elettorato di Zaia, e quindi alla fine non ha portato a casa un risultato particolarmente importante- Quindi in Veneto è andata più o meno come previsto. La cosa interessante che ha fatto Decaro, anche più di Fico, riguarda il flusso non dalle regionali del 2020, ma dalle europee del 2024: circa un terzo delle persone che avevano votato Fratelli d'Italia, Forza Italia e Lega, oggi ha votato De Caro. L'eurodeputato dem è riuscito a fare cosa rarissima – che abbiamo visto anche un po' con Fico in Campania, ma in misura minore – e cioè ha preso voti dal centrodestra".
"Un altro dato rilevante riguarda il M5s: noi ci diciamo sempre che il Movimento va male alle regionali, cosa che più o meno è sempre vera, e infatti in Veneto non è arrivato al 3%. E in genere diciamo sempre che l'elettore pentastellato non va a votare quando il candidato è del Pd. Ma anche se in questo caso Decaro è un candidato del Pd, il M5s ha preso il 7,2% in Puglia, quindi ha fatto una buona performance, portando a casa un buon risultato in Puglia il Movimento 5 Stelle. Questo ci dimostra quantomeno che Decaro è un personaggio che riesce a mobilitare sia il suo elettorato che l'elettorato del Movimento 5 Stelle, perché è stato accettato dall'elettorato del Movimento 5 Stelle che si è sentito tanto motivato da quella candidatura da andare a votare. Quindi forse non è del tutto vero che l'elettore del Movimento 5 Stelle non vota un esponente Pd a prescindere. Dipende molto dalla persona", ha detto ancora l'analista politico a Fanpage.it.
"In generale osserviamo che nessun candidato è riuscito ad attivare un flusso significativo verso di sé da una posizione di inseguimento. Manildo in Veneto non è riuscito ad attivare un flusso da elettori che avevano votato Zaia, non c'è riuscito neanche Cirielli in Campania e non c'è riuscito neanche Lobuono in Puglia. Si conferma l'elemento che abbiamo sempre visto nelle ultime sei elezioni regionali e cioè se non si riesce ad attivare un flusso dall'altra parte verso di sé e se non si riesce a portare a votare gli astenuti, alla fine si conferma la maggioranza uscente".