Referendum sulla giustizia, si voterà in due giorni: via libera al decreto legge in Cdm

Il consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge con "disposizioni urgenti per le consultazioni elettorali e referendarie dell'anno 2026", che consentirà lo svolgimento del referendum confermativo sulla riforma costituzionale per la separazione delle carriere su due giornate: domenica dalle 7 alle 23 e lunedì dalle 7 alle 15. La data della consultazione non è stata ancora fissata.
All'ordine del giorno c'erano anche un disegno di legge delega in materia di politiche per i giovani e Servizio civile universale, l'esame definitivo del Testo unico delle disposizioni legislative in materia di imposta sul valore aggiunto e un decreto del presidente della Repubblica sul regolamento di organizzazione degli uffici di diretta collaborazione del Ministro della salute e dell'Organismo indipendente di valutazione della performance.
Quando si vota per il referendum sulla giustizia
In base alla nostra Costituzione le riforme costituzionali, quando non vengono approvate da almeno i due terzi dei componenti di Camera e Senato, possono essere sottoposte a referendum confermativo, se fanno domanda un quinto dei membri di una delle due camere del Parlamento. È quello che è successo in questo caso: visto che non si è registrata in Parlamento la maggioranza dei due terzi, le opposizioni hanno chiesto che si tenga un referendum costituzionale, senza quorum.
A differenza dei referendum abrogativi, nei referendum che riguardano riforme costituzionali non è previsto appunto il quorum: significa che risultato del referendum sarà valido comunque, a prescindere dal numero dei votanti.
Non è chiaro ancora quando si voterà per il referendum confermativo sulla separazione delle funzioni tra pm e giudice: se passasse il sì, le due funzioni, giudicante e requirente, avrebbero due percorsi totalmente differenti, e non sarà più possibile passare da un ruolo all'altro. La riforma prevede inoltre la creazione di due Csm e l'istituzione di un'Alta Corte disciplinare.Ricordiamo che attualmente è in vigore la legge Cartabia, che consente già solo un passaggio nei primi nove anni di carriera di un magistrato.
Una data per il voto non è stata ancora stabilita, ma i cittadini sicuramente si recheranno alle urne entro marzo 2026 per confermare o meno la separazione della carriere dei magistrati.
Quel che è certo è che il referendum costituzionale sulla separazione delle carriere si terrà in due giorni, domenica e lunedì.
Il testo del quesito referendario sulla separazione delle carriere
Ecco il quesito che verrà sottoposto, presumibilmente a marzo, agli elettori:
Approvate il testo della legge costituzionale concernente “Norme in materia di ordinamento giurisdizionale e di istituzione della Corte disciplinare” approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 253 del 30 ottobre 2025?
Cosa dice il testo del decreto per elezioni e referendum 2026
In generale, il provvedimento interviene per garantire l'ordinato svolgimento delle tornate elettorali previste per il prossimo anno, ottimizzando le procedure organizzative e i tempi delle operazioni di voto. Le norme rispondono all'esigenza di migliorare il dato dell'affluenza e garantire una maggiore efficienza della macchina amministrativa in occasione delle scadenze elettorali e referendarie.
Il testo prevede il prolungamento delle operazioni di votazione, stabilendo che per le consultazioni dell'anno 2026 le urne rimangano aperte nella giornata di domenica, dalle ore 7 alle ore 23, e nella giornata di lunedì, dalle ore 7 alle ore 15. Tale misura punta a facilitare l'esercizio del diritto di voto, riducendo il rischio di affollamenti presso i seggi e garantendo un tempo congruo per l'afflusso degli elettori.
Il decreto disciplina, inoltre, le modalità di accorpamento di diverse tipologie di consultazioni (cosiddetto election day), al fine di generare risparmi per la finanza pubblica e limitare i disagi per l'attività scolastica nei plessi sede di seggio. Vengono infine aggiornate le indennità spettanti ai componenti degli uffici elettorali di sezione e disciplinate le procedure per il riparto delle spese tra lo Stato e gli enti locali interessati.