Referendum sulla giustizia 2026

Referendum giustizia, Petrelli (Camere Penali): “Il sorteggio debellerà la piaga delle correnti”

L’Unione Camere Penali ha promosso uno dei principali comitati per il Sì al referendum sulla riforma della giustizia. Fanpage.it ha discusso con il presidente dell’associazione dei penalisti italiani Francesco Petrelli gli argomenti al centro del dibattito sulla legge Nordio, dalla separazione delle carriere al sorteggio per il Consiglio Superiore della Magistratura.
A cura di Marco Billeci
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La campagna per il referendum sulla riforma della giustizia è ormai entrata nel vivo. Fanpage.it ha intervistato sul tema l'avvocato Francesco Petrelli, presidente dell'Unione Camere Penali, l'associazione dei penalisti italiani  che promuove uno dei principali comitati a sostegno delle ragioni per votare sì alla legge Nordio.

Presidente, voi dell'Unione camere penali, avete preparato un decalogo per spiegare le ragioni del Sì al referendum sulla riforma Nordio. Ci sintetizza le tre principali?

Innanzitutto perché l'Italia è sostanzialmente l'unico Paese che ha adottato un codice accusatorio e nonostante questo ha ancora un giudice, che appartiene alla stessa organizzazione del pubblico ministero. È come se l'arbitro abitasse nello stesso spogliatoio di una delle due squadre. L'altra ragione è che il sorteggio è l'unico strumento che ci è rimasto per debellare la piaga del correntismo. Il terzo motivo è invece relativo alla organizzazione del disciplinare: i sistemi di disciplina domestica – qual è quello oggi in vigore -, nel quale lo stesso organo di governo della magistratura decide le questioni disciplinari dei magistrati evidentemente non funziona.

Prendiamo le ragioni di chi invece sostiene il No al referendum sulla riforma Nordio. Una delle argomentazioni è sintetizzabile così: separando le carriere di pm e giudici, il pubblico ministero diventa una sorta di super poliziotto, di avvocato dell'accusa. La convince questo argomento?

Non mi convince affatto. Intanto perché questa critica viene spesso accompagnata alla critica opposta. Da una parte, ad esempio, c'è il dottor Gratteri che sostiene che i pubblici ministeri diventerebbero invece dei sonnacchiosi burocrati. Dall'altra il presidente dell'Anm Parodi che appunto pensa esattamente il contrario, cioè che il pm diventerebbe un super poliziotto, molto aggressivo e difficilmente controllabile.  Credo che nessuna delle due cose accadrà, anche perché noi crediamo che il fine di questa riforma non sia tanto quello di andare a ridefinire il ruolo e la figura del pubblico ministero, ma quello del giudice. Quello che veramente manca nel nostro Paese infatti è un giudice terzo, che sia davvero capace di regolare il processo con equidistanza da tutte e due le parti, accusa e difesa.

Altra critica sulla questione separazione delle carriere è che siccome già oggi i passaggi di funzione sono minimi, il  vero scopo nascosto della riforma  è mettere un domani il pm sotto il potere politico

Questa è una prospettiva contraria sia alla logica che alla storia. D'altronde durante il ventennio fascista la magistratura era unita, ma era altrettanto sottoposta al potere politico. Quindi le due cose non hanno alcun legame l'una con l'altra.

Presidente, posso chiederle se lei – nel suo attuale ruolo al vertice di camere penali – è stato eletto?

Certamente sì. Sono stato eletto.

Ecco, perché quel metodo che è andato bene per lei e per la stragrande maggioranza delle cariche del nostro Paese non dovrebbe andare bene per i due Csm, che si creerebbero con la riforma Nordio. E invece perché per quei ruoli è giusto il sorteggio?

Intanto vorrei ricordare un dato: non solo il dottor Gratteri – uno dei magistrati più rappresentativi della magistratura italiana  – è sempre stato favorevole al sorteggio. Ma qualche anno fa, credo nel 2022, la stessa Anm ha avuto modo di indire un sondaggio interno e in quell'occasione circa il 40 percento dei magistrati italiani si è detta a favore del sorteggio. D'altronde l'affare Palamara ha dimostrato come le correnti si fossero trasformate in cartelli elettorali, che portavano il Consiglio Superiore della Magistratura ad essere un piccolo parlamento, in mano alle correnti  stesse. Queste a loro volta detenevano in pugno la vita professionale intera di tutti i magistrati. Un sistema evidentemente contrario anche allo spirito della nostra Costituzione.

Non c'è il rischio, però, di portare al vertice del Csm persone, che poi non sono competenti per le funzioni che devono svolgere?

Se i magistrati possono evidentemente disporre della vita dei cittadini, dei loro patrimoni, di intere amministrazioni del nostro Paese, non si vede come non possano essere capaci poi di regolare la vita dei loro colleghi.

C'è  anche una critica più generale che viene rivolta alla riforma Nordio, ovvero che non tocca i veri problemi della giustizia italiana. Non si occupa di efficienza e velocità dei processi. Non tocca neanche questioni su cui voi come Unione camere penali avete fatto delle storiche battaglie, penso alla questione delle carceri

Al contrario, avere un giudice terzo rispetto alle parti significa dare un impulso di efficienza reale al processo. Io le faccio un semplice esempio: nel 2024  sono stati spesi 27 milioni circa di indennizzi per le ingiuste detenzioni. Questo tra l'altro significa che ogni otto ore un cittadino viene ingiustamente privato della propria libertà. Avere un giudice terzo che regola l'azione del pubblico ministero in maniera rigorosa ed attenta significa risparmiare molte risorse e soprattutto risparmiare un gravissimo danno per i diritti e le garanzie di tutti i cittadini.

Un'ultima battuta per spiegare ai cittadini perché è importante che vadano a votare a questo referendum

È importante che questa riforma non sia solo di una parte politica. Si tratta di una riforma laica e trasversale, che deve essere di tutti i cittadini. Deve essere la riforma della giustizia dell'intero Paese.

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