Razzi: “La Corea del Nord è ordinata come la Svizzera. È una dittatura? Sì, però funziona”

Il senatore di Forza Italia Antonio Razzi, nel corso di un evento culturale incentrato sull'eventuale conflitto mondiale tra Stati Uniti e Corea del Nord organizzato dagli studenti di Democrazia Culturale dell'Università della Calabria in un albergo di Rende, in provincia di Cosenza, è tornato a parlare della Corea del Nord e a difendere il leader nordcoreano Kim Jong-un: "È come un padre di famiglia. Possiamo stare tranquilli, guerre da parte della Corea non ce ne saranno”, ha spiegato Razzi agli studenti. “Sono stato l’unico occidentale che ha parlato con lui facendogli i complimenti per quello che sta facendo. La Corea del Nord è come la Svizzera, un paese pulito e ordinato dove tutti sorridono. Pyongyang è una città bellissima con palazzi alti, sembra New York”. Descrivendo Donald Trump e Kim Jong-un, Razzi ha dichiarato: "Sono due presidenti, diciamo così, un po’ allegri. Serve una terza persona per farli dialogare. Quando Trump si è insediato alla Casa Bianca gli ho mandato una lettera in cui gli ho scritto: ‘Io il 15 aprile sarò a Pyongyang. Se devo portare una tua missiva a Kim Jong-Un sono a disposizione'. La lettera è stata consegnata dal nostro ambasciatore a Washington. Aspetto la sua risposta".
Proseguendo, il senatore Razzi, segretario della commissione Esteri, rispondendo alla domanda di uno studente che chiedeva se quella della Nord Corea fosse una dittatura, ha risposto: "Sì, però funziona”, aggiungendo: "Kim è un assassino? Non lui personalmente. L’avranno fatto i sicari. Posso capire anche che ha ammazzato 100 persone. Ormai quello che è fatto è fatto”. Come spiega Il Fatto Quotidiano, il rettore dell'Università della Calabria ha fatto sapere di non essere coinvolto nell'organizzazione dell'evento da parte del movimento universitario Democrazia culturale, ma anzi ha sottolineato di non aver concesso il permesso agli studenti di riunirsi nei locali dell'ateneo, motivo per il quale il collettivo ha poi scelto di organizzarlo in un albergo della provincia di Cosenza.
Commentando la polemica scaturita dalla sua presenza all'evento organizzato dagli studenti universitari calabresi, Razzi ha spiegato: "Io non sono un mostro, né spavento la gente. Sono sempre vicino ai giovani e sono venuto apposta perché questo appuntamento lo hanno organizzato i giovani. Potevo starmene tranquillo a Roma oppure tornarmene nella mia Pescara. Questo cambiamento di sede non è che mi abbia fatto tanto piacere. L’università dovrebbe insegnare la cultura?. Come direbbe Crozza ‘questo non credo' , nel senso che non credo questa università possa insegnare una buona cultura con professori pieni di pregiudizi che prima mi invitano e poi fanno marcia indietro, esercitando, loro sì, un potere degno di una dittatura. Forse avevano paura di un confronto schietto e democratico. Era un appuntamento concordato già da qualche mese. Mi fa piacere portare la mia esperienza e rispondere a tutte le domande che mi vengono poste, io non ho problemi nel rispondere a tutti".